Coriandoli d’intimità ( lettera a mia madre )

Quante volte ho provato a scriverti,
quante parole mosse dal cuore
hanno accompagnato pensieri,
ma il foglio, inevitabilmente,
restava sempre bianco.
Solo nell’intimo,
il mio cuore scriveva di nascosto,
pagine e pagine.
Altre cose avevano sempre la precedenza,
perdendo così il desiderio
rimandato a un domani
che non arrivava mai.
Oggi, invece, fermando il tempo,
trasformo quel domani in un tenero presente
per raccontare di te e di noi.
Il tempo colora di vita stagioni che si inseguono
a un ritmo lento, ma inesorabile.
All’alba di ieri segue il tramonto di oggi
e nel libro della storia
un’altra pagina di memorie scrive.
Mamma, dolce parola che mi accompagna
dal primo vagito all’ultimo rantolo.
Mamma, solo nel pronunciarti
il suono riempie l’aria,
si diffonde, viaggia, sconfina,
per abbracciare l’universo senza latitudini.
Mamma, due volte le labbra si baciano
per chiamarti, cercarti, invocarti e sempre,
come in un nuovo parto,
irrompi con la tua presenza d’amore.
Quante volte i tuoi silenzi
sono stati più efficaci delle parole,
la mia esuberanza trovava sempre,
nella tua moderazione e nella tua saggezza,
l’argine alle tante piene improvvise.
I tuoi tempi lunghi e io a bruciare gli attimi
intrisi di niente
e combattere per quel niente
fino a logorarmi.
Le tue attese e le mie impazienze,
la voglia di anticipare ogni cosa
e la tua sconvolgente calma.
Spesso, prendendo a braccetto i ricordi,
devo riconoscere che avevi ragione,
anche quando ti costava fatica.
Il tuo buon senso
ha sempre vinto le mie fughe di pensiero,
la tua filosofia è stata la vita,
scandita dal lavoro, dalla famiglia
e dalle tante preghiere al cielo lanciate.
Il tuo “sì” alla vita in qualunque situazione
è stato determinante
per insegnarmi a perseverare.
Vivevi sempre ogni cosa
trasformandola in divenire.
Oggi il tempo ti coglie in attesa,
guardando di me i frutti
e, quando mi scruti,
ancora bambino mi vedi.
Il tuo cuore, come quello di tutte le mamme,
non ha età, ama sempre e ogni giorno cresce,
per essere, anche nel silenzio,
inesauribile dono di presenza.
Di me conoscevi l’ansia del crescere,
la tentazione di varcare la soglia,
la voglia di bruciare gli anni,
la febbre all’indipendenza, all’autonomia.
Il tuo cuore si è sempre fatto culla,
dove accogliere le ansie e le angosce
di un’età in continua contraddizione.
Sei sempre stata un recinto
dove trovare rifugio alle tante delusioni,
uno scrigno dove custodire un segreto.
Eri un porto,
dove sedare le tempeste e trovare un approdo
a certe esuberanze gestite male,
per calare l’ancora del fare
per fermarmi e con te ricominciare.
Guardando indietro,
con il futuro che avanza,
penso alla tua seminagione,
ai frutti raccolti in macerata attesa
e al tuo silenzio da interpretare.
Vorrei entrare nel tuo cuore
per ascoltare i tuoi battiti
e tradurli in parole.
Vorrei… vorrei…
Vorrei portarti un cesto di grazie
per i “si” e i “no”
che hanno riempito la mia vita,
sempre tardi compresi.
Per questa vita che mi hai donato,
per l’insegnamento di cui l’hai condita,
per la tenacia con cui mi hai seguito,
accogli la mia più grande e profonda gratitudine.
È nel silenzio che si ascolta il cuore,
in quella parte dove si custodiscono
sogni, progetti, segreti.
In quell’angolo, che ognuno conserva prezioso,
riprenderemo a incontrarci
per intrecciare ricami d’amore mai finiti.
Consapevole di tanto dono
il testimone assume responsabilità,
ma attingere alla tua esperienza
diventa risposta, prosieguo… vita.

Coriandoli d’intimità ( lettera a mia madre )

Testo di Francesco Ruggiero