Che cosa significa Nikefobia? E come si combatte?

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Avete mai sentito parlare di nikefobia?

Se a qualcuno sfugge il significato di questo termine, cercherò di spiegarlo brevemente.

Nikefobia, testualmente, indica paura di vincere. Questa parola deriva dal greco. Si tratta di un termine composto da nike,vittoria, e phobos, paura. È una paura che contraddistingue, soprattutto, il mondo dello sport agonistico, ma può essere rilevata in tutte le occasioni che la vita offre in termini di competizione.

Come amo sempre ripetere, lo sport è una metafora della vita.

Siamo più abituati a notare un ansia di prestazione, quando ci troviamo di fronte ad un avversario più forte, ed abbiamo paura di perdere e di fare una brutta figura. Come quando, nella vita di tutti giorni, abbiamo paura di affrontare un esame o un colloquio di lavoro, pensando che non vada a buon fine.

Avvertiamo batticuore, mancanza di respiro, sudorazione, bocca asciutta, farfalle allo stomaco.

Per la nikefobia, come anticipato, al contrario, quando siamo ad un passo della vittoria, quando manca poco per raggiungere il risultato tanto sognato, quando siamo in una posizione di vantaggio, interviene qualcosa che ci sfila il giocattolo dalle mani. In questo caso, l’ansia interferisce con meccanismi che non ci aspetteremmo.

Quando la prestazione è quasi conclusa, essa si manifesta, nell’imminenza della vittoria, provocando l’inaspettata disfatta.

In questi frangenti, l’atleta avverte una strana confusione, percepisce sensazioni che lo infastidiscono, proprio, nel momento, in cui si trova in una posizione di vantaggio, ed è ad un passo per sconfiggere un rivale più blasonato di lui. Ai suoi occhi, appare un impresa titanica, batterlo. Questa elaborazione delle sue sensazioni, si trasforma in un elaborazione personale degli eventi, risultando una percezione che interferisce sulle sue azioni. Questo, perché, nel suo cervello fluttuano pensieri non certo positivi che si trasformavano in una percezione di paura.

Alla sua mente inconscia, sembra che vincere, per lui, non sia normale.

Se questo accade una sola volta o poche volte, specialmente in atleti alle prime armi, è abbastanza naturale. In questo caso, è semplice paura. Quando ciò, si protrae nel tempo, quando appunto la paura diventa cronica, in atleti che vengono, puntualmente, meno, negli eventi importanti, allora, parliamo di fobia, appunto, Nikefobia. Se non si interviene, in modo efficace, se anche un atleta fosse dotato di tecnica sopraffina, non diventerebbe mai un fuoriclasse.

Osservando il mondo dello sport a 360 gradi, ho notato che simili situazioni sono abbastanza frequenti. Non mi è sembrato che chi è deputato a farlo, corra ai ripari.

Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Dott. Sicignano Antonio
Medico di Medicina Generale
Medico Psicoterapeuta
Specialista in Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana
Presidente comitato Campania SPOPSAM
Membro Direttivo Nazionale SPOPSAM