Il tema della sicurezza continua a essere molto pressante nel mondo delle valute digitali. Sul finire del mese di ottobre si è diffusa una nuova criptovaluta, Bitcoin Gold, nata dalla separazione (in gergo “fork”) da Bitcoin. Ebbene, proprio questa nuova criptovaluta rappresenta un caso emblematico riguardo alla sicurezza delle valute digitali. Praticamente subito infatti la nuova criptomoneta è stata vittima di un attacco DDoS (distributed denial of service) che l’ha messa offline. Alcuni hanno attribuito questi attacchi alla concorrenza diretta, ovvero a coloro che ritengono che le forks siano una minaccia per l’intera comunità delle criptovalute.

Vera o falsa che sia questa ipotesi, resta il dato di fatto che esiste un problema di sicurezza Informatica riguardo alle divise virtuali. Molti trader li ignorano e vanno avanti per la loro strada. Si concentrano sui grafici, sulle quotazioni, sulla presenza di triplo massimo e triplo minimo trading o sull’andamento delle curve. Gli aspetti strutturali non li considerano, badando soltanto all’eventuale guadagno che mirano ad ottenere con la speculazione sulle criptovalute. E invece dovrebbero farlo.

Altri episodi sulla sicurezza della criptovalute

Va infatti aggiunto che quello di inizio novembre non è stato il solo episodio del genere a caratterizzare la giovane vita di Bitcoin Gold. Lo scorso 20 novembre c’è stato un altro episodio poco chiaro. Infatti è stato scoperto che un portafoglio promosso sul sito web – MybtgWallet – era fraudolento. Anche se il team di controllo di Bitcoin Gold ha rimosso rapidamente il portafoglio, il danno ormai era fatto e molti utenti ne sono stati vittime. Si stima che quest’episodio abbia fatto perdere circa 3,3 milioni di dollari.

Appena una settimana dopo, altro brutto episodio. Bitcoin Gold è stato costretto a rilasciare un avvertimento riguardo due file sospetti presenti nel programma di installazione del portafoglio di Windows. L’avviso invitava a chiunque avesse scaricato quei file ad eliminarli, eseguire la scansione del proprio computer e rimuovere l’accesso e portafogli di criptovaluta dal proprio PC. Insomma un mezzo disastro. È chiaro che episodi del genere evidenziano come ci siano ancora tante ombre riguardo al mondo delle criptovalute e tante lacune nei sistemi di sicurezza e controllo.

Il problema però non sembra scuotere più di tanto i mercati, che anzi continuano ad esaminare il fenomeno Bitcoin alimentandolo indirettamente. Vero è che la crescita di questi asset è stata spaventoso, con un RSI costantemente in ipercomprato (si veda qui indicatore RSI forex cos’è). Tuttavia questo non giustifica una cieca propensione a gettarsi in questi mercati senza conoscere i pro e i contro, i rischi e i pregi. Sarà anche per questo che oltre alla comunità finanziaria, anche quella politica si è mossa. La Francia ha chiesto infatti – per bocca del presidente Macron – che il G20 esamini la questione delle valute digitali, per giungere a un sistema di regole comunitario.