Due ruote

Una poesia dedicata alla più celebre due ruote...

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Qualcosa di pratico addosso,

qualcosa di comodo ai piedi,

occhiali, borraccia.

E si va.

Su due ruote.

Per  la parvenza di fuggire,

per l’ansia di libertà,

per ricordare a se stessi

che tutto ha un equilibrio.

Difficile da mantenere.

Due ruote

per poter pensare in movimento,

credendo che poi ogni pensiero

scivoli dalle spalle

come il vento contro.

Due ruote

per guardare più a fondo

ciò che scorre,

nei prati, nei campi, nelle case, nel mare.

E sostare dove l’occhio più cattura,

illudendosi di riposare

nella mente e nel cuore.

Una finta cura dell’anima.

Due ruote

per vagare senza mèta,

cercando di scorgerla in qualche angolo.

Due ruote

per confondere l’aria negli occhi

da lacrime piene di amaro e nostalgia.

Due ruote

comuni, provate dal tempo,

ancora forti e coraggiose,

per poter sorreggere

un corpo

e la sua pesante esistenza.

Due ruote, un manubrio e una scomoda sella,

per tornare verso casa

simulando la pace ritrovata.

Sapendo di riprendere i pedali

e placare ancora l’animo

all’indomani.