Giorni fa sono andata in un luogo della memoria da tutelare e da conoscere, un luogo dove ogni tanto vado, le Fraschette, un campo di concentramento.
Ogni volta mi innamoro di una storia da raccontare magari davanti al camino per le future generazioni. Questa volta la mia “guida” è una erudita passionaria, la mitica Figliozzi, camminando in un sentiero impervio per me ancora di più… “Qui è passata pure l’anarchica Emilia”, dice due o tre cose da stimolare la mia curiosità. Eccomi una nuova donna da studiare e da conoscere: Emilia Buonacosa. Arriva da Ventotene considerata pericolosa, rivendica i diritti non solo per lei. Protesta scrivendo alla sezione dei confinati politici perché l’alimentazione è da fame. A loro rimane poco della misera paga, nemmeno per i bisogni quotidiani. Protesta perché non possono ricevere aiuti dalle famiglie e molte di loro sono malate di tubercolosi, operazioni pericolose, rivendica la liberazione per lei e otto slave. Di lei ancora poco, ha frequentato le elementari, entra in fabbrica subito, anche difese i diritti calpestati, un incidente la priva dei capelli.
Emilia Buonacosa rimane coinvolta nell’accusa di un attentato e va in galera per un anno.
Fugge poi a Parigi, una vita sempre in fuga da qualcuno, da qualcosa. Una ricostruzione attenta è stata fatta da Giuseppe Aragno nel suo blog. Cammina con vento gelido per il campo, assapora le voci delle storie, come dei fantasmi nelle foglie, cerca da pochi reperti ancora in piedi il sonno della ragione si perde in una chiesa dove è scaduto gli resti in un affresco, cammina tra sporcizia moderna che nasconde gli orrori del passato. Un luogo da salvare, dovrebbe essere inserito come tappa per gli studenti non solo del luogo. Se poi come me incontrassi la passionara delle FRASCHETTE ogni sasso che incontri si trasforma in una storia…una cena in una pentola fini un bambino, fu servito con un brodo.
Un campo dove era inutile mettere recinzioni era “in una valle desolata, lontana da uomini e da Dio….”.