L’esercito dei Babbi Natale
Domenica mattina.
Presto.
Troppo presto per essere una domenica mattina.
Sonno, freddo e pioggia.
Pullman deviati causa disinnesco bomba. Che continua a sembrarmi una barzelletta un po’ demodé: c’erano un tedesco, un italiano e una bomba…
Corse e ritardo, perché se no che gusto c’è?
Fermata del pullman sotto la pioggia, pensilina come ancora di salvezza al diluvio universale. Ma il tetto è bucato. Gocciola gentilmente. Me ne accorgo solo quando ormai il cappuccio è zuppo e comincia ad avere un peso specifico non indifferente.
Pullman. Metro travestita da pullman, per l’occasione. Strapieno, ovviamente. Lotta per conquistarsi una spazio in cui una formica starebbe stretta.
E poi ti giri. E li vedi. In mezzo ai vetri appannati, agli ombrelli e a qualche sguardo addormentato ci sono loro. I babbi natale. L’esercito dei babbi natale. Pronti per stare sotto la pioggia a combattere una battaglia che non è la loro, la battaglia dei bambini dell’ospedale regina Margherita, che li guarderanno increduli dai vetri dei loro reparti colorati.
Mentre cerco il biglietto nelle tasche abbasso lo sguardo per nascondere una lacrima che non vuole saperne di tornare al suo posto e vorrei ringraziarli tutti, uno per uno.
E loro intonano Last Christmas e tutto il pullman canta e fuori piove un po’ meno e dentro fa un po’ più caldo.
Domenica mattina.
Troppo presto per essere una domenica mattina.
Sonno, freddo e pioggia.
Ma sul mio pullman travestito da metro c’è il sole.
1°dicembre 2019