Ricordi di un’estate (ai tempi del coronavirus)

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Oggi sto vivendo una delle ultime giornate della mia estate. Penso sia stata una delle più belle della mia vita. Io, i miei amici e il mare. Con le mascherine in faccia e il metro di distanza, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Per un giorno non abbiamo sentito la voce dei giornalisti che leggono il numero dei nuovi contagi in tv. Abbiamo spento i computer sui quali abbiamo passato le ore interminabili di didattica a distanza nei mesi precedenti. Abbiamo tutti voltato pagina e tirato un sospiro di sollievo.

Oggi il cielo era velato, il clima era mite, non si muoveva una foglia, sembrava quasi che il tempo si fosse fermato.

Siamo corsi tutti in acqua, come la scena di un film. Le risate, le onde, era tutto perfetto. “La quiete dopo la tempesta” avrebbe detto Giacomo Leopardi. Quest’ultimo sosteneva che la felicità sia un’interruzione del continuo e perenne malessere della vita. Non so quando ritornerà il senso di tristezza che ho vissuto durante la maggior parte della quarantena, ma so per certo che questa spensieratezza me la sto godendo al massimo.

Verso la sera ha cominciato a piovere ma, quando ha smesso, il cielo si è colorato di mille sfumature di viola. A delinearlo c’era solo l’orizzonte del mare, così lontano, così irraggiungibile.

Eppure noi eravamo lì, vivi. E non stavamo esistendo e basta, stavamo vivendo veramente.

Penso da sempre che le esperienze (positive e negative) siano le uniche in grado di farti crescere, come persona, come essere umano. Credevo che una pandemia avrebbe messo un paletto importante di fronte al mio percorso evolutivo, e invece non è stato così. Sono arrivato alla conclusione che ormai esistono due versioni di me stesso. Quella prima della quarantena e quella dopo la quarantena. Una appartiene al passato, mentre l’altra è in continuo sviluppo. L’isolamento mi ha fatto capire tante cose, e quest’estate le sto mettendo in pratica. Ho conosciuto tante persone che, anche se con la mascherina in faccia, sono rimaste impresse nella mia mente e non riuscirò mai a scordarle. Tutto ciò che sto facendo, mi sta facendo crescere.

Sto diventando ogni giorno che passa la versione migliore di me stesso.

La mia estate italiana sta però per volgere al termine. Nelle cuffiette ho una canzone vecchia italiana che mi cantava sempre mia nonna. Di fronte a me ho le onde del mare. Il sudore mi cade sulla schiena e il sole pungente mi cuoce il viso. All’inizio dell’estate avevo timore delle norme che ci avrebbero imposto, ma poi mi sono reso conto che l’importante è adattarsi. Non credo però che riuscirei mai a tornare di nuovo in quarantena, e non so come ho fatto mesi fa a resistere. Quest’estate però mi ha fatto rinascere.

Quest’estate mi ha fatto capire quali sono le cose veramente importanti per me e mi ha insegnato a tenerle strette.

Quest’estate mi ha fatto sentire vivo, e non so se tornerà mai un’altra estate così.


Ricordi di un’estate (ai tempi del coronavirus)