Gabbiani sanguinanti. Di Raed Anis Al-Jishi

I versi sono stati tradotti dall’inglese da Claudia Piccinno

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Di Claudia Piccino abbiamo parlato parecchie volte, ed ogni volta con l’intenzione di presentarla ai lettori italiani con il suo intero lavoro che non è un lavoro qualsiasi, ma un lavoro che merita una promozione e un’attenzione particolare innanzi tutto tra gli studenti e i genitori dei bambini con cui essa lavora.

Un personaggio innanzitutto molto attivo nel campo educativo/pedagogico letterario, ma anche in campo poetico dove negli ultimi anni è diventata un riferimento.

Non solo presentandosi con le proprie raccolte poetiche che le hanno portato numerosi premi nazionali e internazionali. Raccolte che con la sua originalità, la sua versificazione tanto riconoscibile per il suo stile di scrittura, ma innanzi tutto per la profondissima empatia che rivela scrivendo di fatti e personaggi talvolta tanto trascurati in questa nostra realtà che scorre con una fretta incommensurabile. Tradotta in numerose lingue (francese, inglese, serbo, turco, polacco, macedone, arabo, spagnolo), tra tutti i suoi ammiratori e colleghi è altrettanto conosciuta come traduttrice dall’inglese in italiano di diversi poeti internazionali.

In questa occasione parliamo della traduzione della squisita raccolta poetica “Gabbiani sanguinati” del poeta e scrittore dell’ Arabia Saudita Read Anis Al-Jishi. Un grande attivista nel mondo arabo per i diritti delle donne e sostenitore ardente in favore dell’alfabetizzazione. Fenomeno che, nonostante le avanzate tecnologie, e le scienze in perpetuo sviluppo in genere, rimane un fenomeno per il quale dobbiamo lottare tutti e nel mondo intero.

Gabbiani sanguinanti
Raed Anis Al-Jishi

L’anno scorso Claudia Piccino, insieme a Hilal Karahan, poetessa turca che scrisse la nota introduttiva per la versione italiana, è riuscita a pubblicare la traduzione dall’inglese della silloge “Gabbiani sanguinanti” (“Bleeding Gull”). Grazie alla creatività di queste due poetesse, i lettori italiani hanno ora l’opportunità eccezionale di leggere i versi di un poeta interessantissimo che sicuramente sarebbe rimasto sconosciuto ai più se non fosse stata fatta questa tradutzione.

Per i lettori di BombaGiù ho effettuato una breve selezione delle sue liriche, benché sia sicura che Raed Anis Al-Jishi meriti un spazio molto più ampio. Autore di un romanzo e di nove raccolte poetiche scritte in arabo. La presente raccolta invece è stata scritta in inglese, offrendo cosi un approccio più facile per la sua traduzione anche in lingua italiana.

LA RELIGIONE È AMORE

Le distanze sono vuote
tra di noi.
Le preghiere sono amore,
e quando mi inebrio
di desiderio,
dimentico da quale amuleto
fui segnato
con il suo sanguinoso zafferano
e col quale
io stesso cancellai.
Il rosso è un’altra lingua,
e non posso più parlare.

LA STRADA DELL’AMORE

Loro sono nati
dalla luce
come le onde di un sogno,
asciutto sulle sponde della riva
quando la città si dissolse,
desiderando la poesia.
Niente poteva colorare i loro volti
se non le ombre dei rapaci.
Se amarono finché non dimenticarono
quando avevano mosso il primo passo
e quale fosse la loro meta.

LA QUINTA PORTA

Ho quattro porte aperte
nel mio cuore,
quattro impulsi differiti.
A nitrire è
il primo cavaliere.
È colui che proviene dalle
emozioni congelate
con un arco vuoto.
Nessuna freccia può rompere il suo ghiaccio.
il secondo è colui che viene
dall’alba del desiderio.
Nessuno
può nutrire la sua fame di amore.
Il terzo è colui che entra dal
buco nero del silenzio,
contando rapidamente
le ore che passano.
Il quarto è colui che arriva dai
venti della speranza
che non potrebbero soffiar via
il mio adorato
sorriso.

CANTI DI GABBIANI

Io bevo
la morte mattutina senza grassi.
Inizio con i pasti.
Quante volte gli appuntamenti
ci han fatto vivere altrove per sempre?
Quante volte la coscienza del silenzio
si è liberata come la sabbia dalle cavallette?
Locuste che non riescono a capire
i canti dei gabbiani
o i sussurri
delle onde del mare.

I versi sono stati tradotti dall’inglese da Claudia Piccinno
L’articolo è stato scritto da Biljana Biljlanovska