Gli anni forti di Paola Martini, un diario di un lungo tempo

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Gli anni forti di Paola Martini, un romanzo o forse un diario di un lungo tempo, che ruota attorno alla vita della protagonista. Il libro è stato recentemente ristampato dalla casa editrice Manni. Paola Martini è una docente, con la passione per la scrittura. Toscana, si interessa anche di storia dell’ arte e di cinema. Durante questa lunga quarantena Paola Martini mi ha chiesto di raccontare il suo libro, come al solito ricordiamo che non sono una critica letteraria, io narro le emozioni belle e anche i dolori, che lascia la lettura. La protagonista principale è la voce narrante in prima persona, le fa da cornice una villa, che diventerà Villa Gina, prenderà il nome della nonna. Un ruolo importante è affidato alla Tata, che ha una saggezza contadina:

“Smetti di pensare, la vita viene da sé”.

La vita si snoda tra scuola e casa. La scuola è quella di un tempo rigorosamente classista.Il romanzo è una camminata nel personale e politico. La storia dei grandi eventi si intreccia con la storia personale, fatta delle piccole grandi scoperte. Un viaggiare nei sogni con sonori ceffoni delle delusioni. Sono gli anni 60, la fragranza del 68. Le contraddizioni della famiglia, i rapporti con l’altro sesso e gli amici. Il difficile cammino in quegli anni in quanto donna. La protagonista sta, a mio avviso, stretta nell’ ideologia di quegli anni, pur volendoli vivere. Divisa tra le rassicuranti mura del dentro casa e la voglia di uscire fuori. Dentro e fuori diventano due avverbi assordanti, perché assordante è la ricostruzione nel narrare gli anni. Scrivere in prima persona è una pratica che nasce anche nel movimento di liberazione della donna. Per come è costruito il romanzo senti venir fuori l’ autocoscienza, una pratica femminista.

Gli anni forti è anche quindi un diario storico narrato dagli occhi, dal sentire di una giovane ragazza