Il profumo del lentischio…Certi profumi, certi posti, ti riportano alla memoria tanti ricordi.

Tutti dormono.

Sono le sei del mattino ed io sono seduta sul dondolo della terrazza di Is Meris, davanti a me uno spettacolo magistrale, l’impatto visivo mi rasserena. Qui sulla collina, tra gli alberi di ulivo del residence si vede il mare bellissimo, si sente solo il cinguettio degli uccellini.

Il profumo del lentischio, penetrante e tutto particolare, quello del cespuglio di rosmarino mi accompagnano nella nascita di un nuovo giorno.

Questo residence ha accompagnato tanti momenti importanti della nostra vita.

Quando il mio sguardo si ferma sulla pianta di ulivo sulla destra mi ricordo sempre uno squillo del cellulare. Gli anni passano ma certi ricordi rimangono scalfiti nella mente.

Avevamo affrontato una trafila assurda per fare un test genetico sulla mia ragazza “speciale” ed aspettavamo il risultato.

Avevo avuto l’ardire di “volere io” quell’analisi genetica.

Mai l’avessi proposto, apriti cielo!

“Signora questo test sino ad oggi l’hanno fatto solo quattro pazienti e sono gravissimi, non sono certo come sua figlia”

La mia risposta:” Scusi dottore mia figlia ha già 13 anni, mi sembra giusto “conoscere” quale è la sua malattia. Se la scienza ci mette a disposizione certi mezzi, io “pretendo” che possa usufruirne”.

Troppo proiettata sul futuro? No, molto realista ed informata. Quella marcia in più, che sempre mi dà la spinta per andare avanti come un treno.

Ero partita due mesi prima in aereo con mia figlia. Eravamo andate in uno dei “primi” centri in Italia che allora facevano il test Harray CGH. Era stato fatto il prelievo del sangue a tutte due e avevamo portato con noi la provetta del sangue del papà, con tutti gli accorgimenti e le autorizzazioni che queste operazioni comportano.

L’aereo, il taxi che questa volta faceva un percorso gigantesco. La nostra destinazione era un altro ospedale lombardo, molto distante dall’aeroporto di Linate.

La Dott.ssa con cui avevo parlato parecchio al telefono ci accolse calorosamente e ci fece un regalo: chiamò l’infermiere Giuseppe per fare il prelievo del sangue, ci fece molto piacere perché quel sorridente ragazzo è sardo.

Lo squillo del cellulare, mentre guardavo mia figlia, divertita, dalle sue arrampicate sull’albero d’ulivo.

“Signora sono la dott.ssa XX. Non abbiamo trovato anomalie ecc.ecc. Mi spiegò che avrebbero conservate le nostre provette del sangue che comunque non avevano analizzato, visti i risultati della bambina.

Ancora una volta le nostre ansie, non hanno avuto risposte!