Il robot che scolpisce le opere di Antonio Canova

80

Antonio Canova, il maestro del neoclassicismo, viene copiato da un robot che scolpisce le sue opere. In poco più di dieci giorni è riuscito a scolpire una delle tante opere famose dell’artista: AMORE E PSICHE. Questo metodo centralizzato sui benefici della tecnologia, viene ritenuto molto utile nel mondo dell’arte.

Questo braccio robotico ha impiegato infatti 270 ore per la realizzazione di una delle opere più stimate in storia dell’arte: AMORE E PSICHE.

La differenza con il maestro Canova è imbarazzante. L’artista infatti impiegò cinque lunghi anni e riuscì a completarla solo nel 1793. Il protagonista in questione si chiama Robotor. Da una scansione 3D di un gesso di quest’opera (esposta al Louvre), è riuscito a dare origine a una copia perfetta. Per ottenere questo risultato robotor ha lavorato su dieci tonnellate di marmo bianco di Carrara. Il robottino inoltre gode di sovrameccanismi che gli permettono la mobilità. Prima ancora che inizia il lavoro viene studiato attentamente il blocco di marmo, per capire i punti i punti in cui scolpire e poi si decidono gli utensili da utilizzare nelle varie fasi. L’opera in questione la possiamo trovare a Palazzo Braschi, a Roma, esposta nell’ambito di ETERNA BELEZZA (mostra di Canova), assieme a tutte le numerose opere dell’artista.

Questo tipo di operazione è stata attivata in ambito di Magister (format espositivo di cose belle d’Italia media entarteinment), allo scopo di proporre il progetto come soluzione al trasporto da un museo all’altro, delle opere dei famosi artisti, magari anche impossibili da esporre. In poche parole si vogliono valorizzare nel mondo, i maestri dell’arte, attraverso la tecnologia e multimedialità.

Quelli del Magister, inoltre, hanno intenzione di dedicare una mostra legata a Raffaello per i sui 500 anni dalla sua morte, la quale probabilmente verrà esposta nel 2020.

Il mio pensiero però non è molto a favore di Robotor. Sono d’accordo sul fatto che la tecnologia riesce a raggiungere alti traguardi. In quest caso secondo me, però, viene a mancare l’importanza dell’opera, fatta con mani umane. Si perde inoltre la capacità indiscussa degli artisti, i quali prima di intingere con i loro pennelli, hanno sviluppato un’arte interiore, che un robot non potrà mai avere, perché privo di sentimento. Dunque considero quella di Robotor un’arte artificiale. I grandi dell’arte, d’altronde, sono nati non grazie all’aiuto di un robot o ingegni tecnologici, ma sviluppando le loro capacità e “vivendo” le opere.