imitazione di Giacomo Leopardi


Lungi dal proprio ramo,
povera foglia frale,
dove vai tu? – Dal faggio
là dovʼio nacqui, mi divise il vento.
Esso, tornando, a volo
dal bosco alla campagna,
dalla valle mi porta alla montagna.
Seco perpetuamente
vo pellegrina, e tutto lʼaltro ignoro.
Vo dove ogni altra cosa,
dove naturalmente
va la foglia di rosa,
e la foglia dʼalloro.


Imitazione di Giacomo Leopardi

Questa poesia è una interpretazione libera della strofa in ottonari di Antoine Vincent Arnault intitolata “La feuille”. Proprio per questo l’autore l’ha chiamata imitazione.

Trattasi di un esempio chiaro di pessimismo cosmico. Secondo Leopardi, infatti, tutto finisce sia la gloria (la foglia di alloro) che l’amore (la foglia di rosa).

Riportiamo di seguito la parafrasi:

Staccata dal proprio ramo, povera foglia fragile, dove vai? Il vento mi ha portato via dal faggio su cui sono cresciuta. il vento cambiando di volta in volta direzione volando sul bosco, sulla campagna, mi porta dalla valle alla montagna. Con il vento vado continuamente come un pellegrino, e non so nient’altro. Vado dove vanno tutte le altre cose, dove va naturalmente la foglia di rosa, e la foglia d’alloro.

Riportiamo doverosamente per i più curiosi e amanti della cultura francese la poesia sopracitata di Vincent Arnault:

De ta tige détachée,
Pauvre feuille desséchée,
Où vas-tu ? – Je n’en sais rien.
L’orage a brisé le chêne
Qui seul était mon soutien.
De son inconstante haleine
Le zéphyr ou l’aquilon
Depuis ce jour me promène
De la forêt à la plaine,
De la montagne au vallon.
Je vais ou le vent me mène,
Sans me plaindre ou m’effrayer :
Je vais où va toute chose,
Où va la feuille de rose
Et la feuille de laurier.

E voi quale preferite? La versione originale in francese o la reinterpretazione di Giacomo Leopardi? Perché mai l’autore avrà voluto fare questa imitazione? Forse per mostrare la superiorità della lirica italiana?