Una rosa è il male. La stessa, almeno un tempo, era (o sembrava) bene.
Era stata colta per donartela, aveva catturato l’attenzione di chi te l’ha porta, si era distinta tra tutti i fiori per la sua eleganza e nobiltà, per la sua, apparente, dolcezza.
Tu l’hai accettata, gli occhi ti brillavano, vedevi quanto bene ci fosse in quella rossa corona che non hai fatto attenzione e hai afferrato con sciagurata impazienza lo stelo spinato.
Sentivi le spine dolenti trafiggerti e immobilizzarti le dita, ma non te ne curavi, era un fiore così bello!
La tua vista era annebbiata, i tuoi stessi occhi tradivano l’inerme mente che vedeva solo il dolce rosso.Così stringevi ancor più forte per paura che un così prezioso fiore ti potesse sfuggire alla presa e un rivolo di sangue scorreva lungo le gracili mani e gli spigolosi gomiti, macchiava le tue pallide dita.Colava dalle spine come lo sciogliersi della cera alimentato dal bagliore di una candela.
Gli occhi erano lucidi, ma non per la bellezza del fiore come credevi, quei pochi attimi in cui non osservavi la rosa per battere le palpebre, le ciglia spingevano lunghe lacrime.
Scendendo in un rivolo, il sangue portava con sé la rossa bellezza del fiore che si andava sbiadendo e, ormai grigio, perdendo gli spenti ed esanimi petali.
Frammento dopo frammento, la bellezza del fiore si sgretolava, finché non ti lasciò altro se non l’orrendo stelo freddo e affilato, e dolorose ferite, indelebili cicatrici, rosse venature. E ti accorsi dell’inganno.
Il male è subdolo, o meglio, il bene lo è.Spesso ingannano, insieme, come la rosa e le sue spine.Offuscano la vista, ci offrono dolci bugie che poi ci graffiano il palato, la lingua, la gola.
Non ti serviva afferrare la rosa per ammirarne la bellezza, non gli serviva cogliere quel nobile fiore per dimostrarti del bene.
La rosa è il bene, per chi la sa ammirare senza coglierla, per chi ne gusta la dolcezza trattenendosi dallo sfiorare quel fiore facendolo sfiorire.
L’inganno delle rose
Lacava Sofia