L’equilibrista
io son l’equilibrista
perché sono un’artista
al collocamento in lista
non sono un’arrivista
e mi batto per la vera cultura
contro l’ingegno arguto della dittatura
di femmine discrete pure nell’anima dimesse,
figlie legittime del conflitto d’interesse

Se solo avessi a disposizione quella fede
per cui ogni cattolico richiede
a Dio, agli uomini e ai santi
di andare, senza raccomandazioni avanti!

Sarei un’artista di successo
libera schiava del compromesso del progresso
non più intellettuale del malumore
e rivestita solo di un tricolore.
Ma io son l’equilibrista
non ho le mani in pasta,
ho la coscienza a posto
e sono sempre onesta.
Perduta tra l’educazione e i cosiddetti valori
che mi insegnarono i miei saggi genitori
quando ancora si pensava alla vecchia maniera
che con lo studio e la sola bravura,
si potesse far carriera.

Ma il principio non ripaga mai
anzi, spesso è portatore sano di guai
cosi come l’orgoglio e la dignità
il rispetto e l’ altrui libertà
si sono estinte in una volta sola:
quando ci hanno tolto il diritto di parola.

Ed io son l’equilibrista
su di un filo di batista
son colta e raffinata ma son disoccupata.
In questo mondo che va all’ incontrario,
io sto partendo da un altro binario,
se, come e dove arriverò, non si sa
ma viaggian con me la mia dignità,
il peso del talento e le mie qualità
e spargo al mondo, come concime,
queste mie languide e stupide rime.
Una denuncia in rima della difficile
condizione dell’artista sempre più
spesso combattuto tra l’ambizione
della sua carriera e la dignità, tra
la difficoltà di farsi comprendere dalla gente
e la mediocrità della cultura imperante
quasi mai considerato un vero professionista
ma anzi spesso denigrato con frasi tipo
“trovati un lavoro serio“.

L’artista talentuoso che ha studiato per anni con sacrificio ed abnegazione, si vede sorpassato dagli amatoriali, dai raccomandati di turno, dai furbetti dell’hobby a pagamento che declassa il professionista e lo mette spalle al muro in una società in cui l’apparire è sicuramente più importante dell’essere.

E siccome l’artista é per sua natura un essere sensibile, resta integro, onesto ed al suo posto lasciando spazio, ahimé, ai troppi usurpatori incapaci ergo quello che spesso si definisce arte, in realta’ non lo e’ affatto bensi è una mera proiezione dell’incapacità dell’artista vero a potersi fare strada usando – cosi come dovrebbe essere – solo la sua capacità ed il suo talento.