La festa patronale

Le bancarelle e l'autoscontro con gli aerei volanti....quanto mi piacevano.

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Da piccoli si aspettava con ansia la festa patronale.
La nostra era il 12 di settembre quando il tempo era ancora bello.
La riuscita della festa dipendeva da quanti soldi si erano racimolati durate tutto l’anno.
Ricordo che passava a ritirare i soldi delle offerte per la festa la Sig.ra Serra di Via Euro e nel gruppo, forse c’era anche sig.na Cocco di Via Aquilone, quella che viveva con la sorella e i nipoti sopra il laboratorio di Sig. Guido il ciabattino.

Tutti o quasi davano qualcosa per la festa patronale…eppure le famiglie erano numerose e quasi tutte erano modeste (per dirla gentilmente!!!).

Le persone che raccoglievano i soldi, erano le stesse che sistemavano con amore i fiori nell’altare, pulivano la chiesa, lavavano e stiravano tutto ciò che serviva per preparare l’altare ma anche l’alzatina dove stava la Statua della Madonna che ricordo ci guardava (così mi sembrava) quando accendevamo la candela.
Non ricordo la cadenza con la quale queste pie donne venivano a prendere i soldi delle offerte, ricordo invece che volevano stare sull’ingresso (e pensare che a loro era concesso entrare nelle stanze “buone”) perché avevano fretta, dovevano fare il giro di tutto il quartiere. La festa patronale si svolgeva nei piazzali che allora erano in terra battuta. Proprio dove ora c’è la Chiesa nuova, poi dove era nato il secondo asilo e poi ancora, affianco alla prima scuola elementare diventata poi un’asilo e poi un centro di aggregazione.

Si faceva la processione e si portava la statua della Madonna a spalle…

Le mamme mettevano fuori dalle finestre dove passava la processione i copriletti bianchi, si preparavano le strade con tutti i vasi di fiori a fare da cornice colorata e noi bambini assistevamo ai preparativi.
Ci chiedevano l’aiuto per porgere gli oggetti ma il nostro era solo un lavoro piccolo…le artifici della riuscita scenografica erano le mamme.
Terminata la festa religiosa a noi bambini interessava la parte festereccia. Si allestiva il palco e si svolgeva il festival dove i bimbi del quartiere si cimentavano a cantare. Arrivavano i primi complessini.

Le bancarelle e l’autoscontro con gli aerei volanti….quanto mi piacevano.

Ci vestivano con il vestito della domenica….certo dovevamo andare in processione.
Nei campi battuti poi i calzettoni bianchi cambiavano colore…..ma non era un nostro problema…noi volevamo andare nell’autoscontro con i gettoni che ci eravamo comprati con i pochi soldi che ci avevano dato. C’erano le risate di noi bambini, mentre le ragazze più grandi nella confusione allegra della festa trovavano le vie d’uscita per incontrarsi di nascosto con i loro amorosi.
In una festa del quartiere ricordo che il fratello di mio marito svenne vicino all’autoscontro forse a causa di una indigestione. Portato in ospedale venne ricoverato, l’Unione Sarda il giorno dopo riportò la notizia che era in coma a causa di una scarica di corrente presa nell’autoscontro. Era una fesseria gigante….

Flash di ricordi….belli e piacevoli…chi mi accompagnano ora che sono più avanti negli anni e i problemi della vita mi hanno portato in un binario sconosciuto e tutto in salita.
Continuiamo a scalare le montagne…sperando di arrivare alla cima….
Prima o poi non arriverà la discesa?