La mia giovinezza. Io fanciulla un po’ zingara

Correvo fra le bionde spighe.

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la mia giovinezza

La mia giovinezza.

Io fanciulla un po’ zingara
dallo spirito libero indomabile,
pensatrice, sensibile, dolce,
amante della solitudine la mia
migliore amica. Stavo bene
in sua compagnia, confidavo
i miei pensieri, i miei sentimenti,
i turbamenti che apparivano
e scuotevano il mio cuore
facendolo battere forte.
Correvo fra le bionde spighe,
raccoglievo i delicati papaveri
rossi come il fuoco, quel fuoco
che sentivo dentro di me all’alba
della mia primavera.
Si, dentro di me stava sorgendo
un nuovo mondo fatto di emozioni
forti di primi amori, di calore
di desideri acerbi, di primi baci sulle labbra
dal sapore di uva, di ciliegie, di miele, di frutti
di bosco. Tante sensazioni nuove mai sentite
che mi facevano sentire euforica, allegra,
aperta alla nuova vita.
Amavo la cascina in cui vivevo, una grande
famiglia, non mancavano gli affetti, c’era
tanta compagnia.
Bello il mio ricordo in quella campagna
fatta di estesi campi, di vita semplice.
Ricordo la nonna curva sul fuoco
a preparare per tutti noi il cibo, non dimentico
l’odore degli intingoli, del brodo alla domenica,
della sfoglia tirata a mano, delle torte caserecce.
Ricordo gli inverni seduti davanti al fuoco, le donne
che filavano, il raccontar racconti che infervorivano
i cuori.
Mi piaceva veder cader la neve a grossi fiocchi,
scendere lenta fino a farsi alta.
Guardavo dalla finestra accanto al tepor del fuoco,
disegnando cuori sui vetri.
Amavo il silenzio della notte, l’immenso cielo trapunto
di stelle, amavo il ticchettio dell’orologio a pendolo
che scandiva il tempo.
Amavo la mia fanciullezza di selvaggia
fra cavalli, mandrie di mucche e tutte le specie
d’animali.
Amavo quella vita, i prati verdi mentre correvo scalza!

La mia giovinezza. @Romana Anna Tonioli