In Italia ogni 3 giorni muore una donna. Quel che è peggio è che non muore né di malattia, né per un incidente. Muore perché viene uccisa. Muore “in nome dell’amore”, un amore malato, che è stato un incidente trovare sul proprio cammino.
Nessuno merita una morte del genere, tantomeno una donna.
Nessuna donna merita di avere paura di mostrarsi per ciò che è, sia fisicamente che intellettualmente. Nessuna donna merita di non poter ribellarsi quando qualcosa non le sta bene. “Il cielo oggi è rosa” è una poesia composta dalla sottoscritta il 25 novembre 2020, in occasione dell’ennesima giornata contro la violenza sulle donne. È un appello di speranza verso le donne perché abbiano il coraggio di reagire di fronte a chi NON le ama, ma anche per gli uomini, perché abbiano verso le donne, ogni singolo giorno, l’atteggiamento più importante: il rispetto.
Il cielo, non solo oggi, ma 365 giorni all’anno, deve tingersi di rosa, in onore del gentil sesso e non di rosso-sangue o a lutto, affinché capiamo una volta per tutte che è inammissibile vivere in un mondo globalizzato e digitalizzato ed assistere ancora a questi orrori. Diciamo “basta!” Buona lettura a tutti:
“Il cielo oggi è rosa”
Chi dice “donna” dice “danno”,
è lei che è sempre in fallo,
troppo corto ai jeans quel cavallo,
ma dov’è quindi l’inganno?
Nel dare una ragione
ad ogni scellerata azione
di chi ti porta un fiore
e ti uccide in nome dell’amore.
Se per ogni petalo sfogliato
ci fosse un gesto di rispetto
non avremmo il cuore sfiduciato
ma che esplode di gioia in mezzo al petto.
“Donna al volante, pericolo costante”:
forse guido in modo più elegante
ma meno di te non ho niente,
se non il sogno di rivalsa permanente.
Sono io quella che si sente coraggiosa
non per uscire sola di sera
e sfidare il pericolo,
ma per non avere paura
di trovarsi sola in un vicolo,
con uomo che mi chiede di essere
compagna e poi sposa.
“Bacco, tabacco e Venere
riducono l’uomo in cenere.”
No cari, siete stati voi
ad averci bruciate come streghe
e a farci oggetto delle vostre beghe,
a calpestarci come fossimo bestie,
a renderci vittime delle vostre molestie.
Adesso dalla cenere fenici risorgiamo
e solo di una cosa ad oggi vi imploriamo:
ancor prima che donne
siamo un essere umano!
I vostri segni non siano sulla pelle
e non dimostrino alcun potere,
ma col potere dei segni d’amore
capovolgete questo mondo ribelle
e invece che la morte
portateci a guardar le stelle.