La strega

L’avevo appena incontrata e già mi sentivo naufragare in lei.

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Non ho mai creduto nel colpo di fulmine. Ad ogni sua rappresentazione, in un film come in un romanzo, ho sempre lasciato libero il mio scetticismo di emergere e farmi sorridere da buon cinico.
Fu in quella serata primaverile che la vita venne a chiedermi il conto, seduto ad un tavolino all’aperto a bere una birra con una donna appena conosciuta tramite un appuntamento al buio.
“Ciao, sono Vittorio.”
“Ciao sono Elena.”
“ Ti va se andiamo a bere qualcosa? Ho prenotato un tavolo in un posto carino.”
“Volentieri.”

L’avevo appena incontrata e già mi sentivo naufragare in lei.

Dieci minuti… Venti minuti… Mezz’ora dopo che ci eravamo accomodati non vedevo che il suo sguardo nel mio, i suoi capelli lunghi e neri che si muovevano indolenti.
Quando prese una sigaretta dal pacchetto mi allungai per offrirle l’accendino. Mi afferrò il polso e lasciò che fossi io ad accendere la fiammella. Restammo a guardarci mentre la punta della sigaretta si accendeva e il primo fumo, il più buono, le usciva dagli angoli della bocca.
La volevo baciare e l’avrei baciata, gettandomi su di lei e buttando a terra bottiglie e bicchieri, se non mi avesse trattenuto la presenza del cameriere al tavolo accanto.
Quando ci alzammo dal tavolo ero tutto un fuoco: il fulmine, quel fulmine, non solo mi aveva centrato in pieno, ma mi aveva devastato dentro.

Lei inciampò contro la gamba del tavolino e perse l’equilibrio. In un istante fui accanto a lei a sostenerla per evitare che cadesse a terra.

“Grazie.” mi disse, sostenendosi al mio braccio. Mi guardava dal basso verso l’alto e nella mia mente mi vedevo in camera da letto con lei in ginocchio di fronte a me che mi guardava allo stesso modo.
“Se non ti dispiace me ne andrei a casa. Comincio ad essere stanca.”
“Ti posso rivedere?”
“Certamente. Sono stata bene con te.”
Si sollevò sulle punte e mi diede una carezza con le punte delle dita su una guancia. Mi sporsi in avanti e le baciai le labbra, leggero come un petalo.
Mi sorrise e si voltò in direzione opposta alla mia.
Quella notte la sognai. Eravamo al mare, nudi in spiaggia. Sulla pelle sentivo il calore del sole e l’aria densa di salsedine. Mentre facevamo l’amore lei rideva allegra senza mai smettere di guardarmi.
Mi svegliai felice e pieno di energia. La mia vita stava cambiando grazie ad una strega e a un fulmine.

La strega – Racconto di Vittorio Zallio