La vita è una sostanziale perdita di attimi, ogni giorno ne lasciamo per strada un po’. Giochiamo a scacchi con le ore, come un mendicante fa con il bicchiere delle offerte, lo muove lentamente mentre le rughe nascondono i moti dell’anima e la pelle d’oca mostra il freddo interiore.
La vita è un transito di ore da riempire con le nostre ambizioni, sbiadite con il passare dei giorni, dei periodi, delle stagioni.
La vita è il contrario della morte, che rappresenta la meta ultima, una proiezione nei sogni repressi, nelle ore di benessere, alle quali abbiamo rinunciato in balia di influenze sociali, culturali.
Siamo scolari al primo giorno di scuola, imbranati, timidi, con gli occhi pieni di paura. Nasciamo con il freddo addosso, con le mani legate da un braccialetto che ha la pretesa di conoscerci, che ci identifica. Lo stesso braccialetto che ci portiamo per il resto della vita, la stessa paura. Nasciamo e non capiamo nulla, perché siamo lì, qualcuno ci guarda, sentiamo gente fare versi per attirare la nostra attenzione, la stessa che poi non rivedremo mai più: già dai cinque anni saremo sostanzialmente soli, con i nostri giochi, finiti i tempi delle smorfie, della quiete, delle attenzioni.
Lì comincia la prima vera forma di solitudine, quando nessuno suona più alla porta, nessuno ci porta una tuta nuova.
Per questo motivo, forse, si dice che crescendo si tende sempre ai primi giorni d’esistenza, si ridiventa bambini, infanti, non più in grado di badare a se stessi: il tempo è un ciclo che si chiude potendo contare sulle stesse forze dei primi giorni. Ritornano le attenzioni, le accortezze, le visite. In quel preciso istante percepisci la circolarità della vita e l’ipocrisia umana, comprendi che qualcosa sta per accadere, prima eri nato, ora vengono a salutarti, ti danno l’addio.
La vita è una circostanza aggravante della propria anima, nient’altro.
E’ un fluire di occasioni più o meno interessanti, più o meno determinate o determinabili. E’un cucchiaino immerso nel miele, un tic tac continuo di pensieri e noie, momenti indecifrabili di pura gioia, di pura noia. E’ una forma di pensiero circolare, una farfalla che muore presto, un topo inseguito da un gatto. La vita é una sostanza stratificata, multiforme, a colori intensi e poi sbiaditi. E’ un giro di do, una nota che salta, un maestro che impazzisce, uno scrittore che non scrive più, un cantante che canta a bassa voce. La vita è paura. La vita è coraggio. Un contratto che hai stipulato quando non eri in grado di intendere e volere, a condizioni variabili.