Lasciate ogni speranza, o voi che entrate

Trovarsi a viaggiare in un paese senza futuro...

261

Lasciate ogni speranza … I due cavalieri si erano fermati davanti alla guardia confinaria, dopo che costui aveva intimato loro l’alt di rito. Si erano scambiati uno sguardo perplesso, poi, presentati i documenti che la guardia aveva regolarmente timbrato, avevano oltrepassato il confine. Avevano fatto alcune centinaia di metri, ed ecco venire loro incontro a piedi un viandante.

“Lasciate ogni speranza, voi che entrate”, si erano sentiti dire. “Lo sapete che vi aspetta, se proseguite?”.

Perché, dove siamo? Veniamo dalle Terre Selvagge del Nord; non siamo digiuni di luoghi tetri!”, gli aveva risposto uno dei due. Così si erano accampati tutti e tre in una piccola grotta che sfiorava il sentiero e avevano acceso un fuoco con le poche sterpaglie là intorno.

Io non so niente della vostre terre, signori, ma conosco a fondo la mia. Dunque, dovete sapere”, aveva proseguito il viandante in tono confidenziale, “che vi trovate dove sparare in strada, corrompere funzionari pubblici e falsare le gare di appalto è cosa normale e nessuno se ne preoccupa più. Siete in un luogo dove gli stadi di calcio sono in mano a pochi facinorosi, e, infatti, sono sempre più vuoti, le manifestazioni di piazza – quelle poche che ancora si fanno – sfociano sempre in disordini, la burocrazia soffoca la libera iniziativa, tutti sono contro tutti e, in questo momento, detta legge un baldo quarantenne che si è messo in testa di cambiare un Paese senza speranza e senza futuro, dove vincono sempre gli indecisi, ossia la maggioranza silenziosaʼ ”.

E qui si era fermato. Per la qual cosa uno dei due cavalieri aveva chiesto al viandante in tono allarmato: “Ditemi, buon uomo, ma siamo giunti in Italia?”.