Le sue feste e le sue tradizioni – Anni 60

Arrivavano le giornate importanti come queste.
Il Generale d’Armata (nomignolo scherzoso che misi a mia madre ….visto il carattere FIERO) la domenica e per queste festività ci preparava la cioccolata e i biscotti giganti Atene della Doria (non avevamo le merendine e i biscotti come ora! Perciò quei biscotti erano un lusso), che troneggiavamo sopra il tavolo di cucina. Un biscotto, era lungo all’incirca 10 cm. come veniva inserito nella scodella si ciuppava quasi tutta la cioccolata.
Dopo la cioccolata qualcuno dei miei fratelli gridava “MUNTONI” …cioè uno sopra l’altro. Io avevo sempre paura, perché essendo la meno forte, sotto finivo sempre io e, nel gioco dei miei fratelli non riuscivo a respirare.

Ma…ma…arrivava Babbino che mi salvava sempre al grido:”Liberatela….state schiacciando la bambina”!!!

Arrivavano queste braccia che io ho sempre considerato fortissime e il mio eroe mi salvava da quell’orda di fratelli indisciplinati.
All’atto del salvataggio alle spalle di babbino io, facevo le corna ai miei fratelli, in atto di sfida e di vittoria!!
Fratelli indisciplinati e gelosi….perché mi prendevano in giro quando Babbino con un braccio solo MI SALVAVA.
Poi i turni al bagno per prepararci ad andare in Chiesa.
Dopo esserci lavati c’era la vestizione….con i vestiti della festa.
Quei vestiti erano solo per la domenica ma, le feste grandi….dovevamo esser ancora più belli.

Mia sorella boccolosa sembrava una bambolina di porcellana, io con la fascetta un uovo di pasqua.

In primavera arrivavano le scarpette bianche scamosciate….belle pulite, mi ricordo che Babbino ce le preparava spalmando una pasta morbida di lucido bianco.
In chiesa con i vestiti “buoni” e il fazzoletto di pizzo (non si poteva entrare senza qualcosa che copriva il capo!!) si ascoltava la messa rigorosamente in latino.
Era proprio ascoltando la messa che si apprendevano i primi rudimentali elementi di latino.
Le femminucce alla parte sinistra e i maschi nella parte destra delle bancate….entrando era di rigore dividere le zone.
Ricordo che per l’offertorio per tutta la vita ho conosciuto la signorina Cocco che passava con quell’aggeggio di velluto che si apriva a scatto e sembrava un sacchetto con il posacenere sopra (ora si usano i cestini a vista).
Per la bancata dei maschi passava un signore ….ora ricordo era sig. Masala di Via Euro.
Dopo la messa…..ancora per un pò dovevamo sembrare oggetti da musei perché c’era la visita a casa di mia nonna (dovevamo farci vedere belli belli)….

Ed ecco che i fotogrammi scorrono nella mia mente…disordinati…ma scorrono!!!!