L’Italia? Popolo di poeti, santi navigatori e…difensori

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L’Italia è essenzialmente stato ed è un paese ‘difensivo’. Quando, infatti, pensiamo o immaginiamo di attaccare o di prendere l’iniziativa, non rappresentiamo proprio il massimo dell’efficacia. In guerra, come nel calcio, in politica come nel lavoro.

Siamo nati per difenderci. Siamo fatti per difenderci.

Basti pensare alle volte in cui, a livello storico, abbiamo provato ad ‘alzare la voce’ e mostrarci propositivi (Fascismo in primis). Abbiamo costantemente rivelato la nostra debolezza agl’occhi, in particolare, dei francesi, dei tedeschi e degli inglesi.

Mentre ci siamo dimostrati coriacei quando si è trattato difendere ciò che era nostro e mostrarsi solidali.

Siamo fatti per stare lì, coperti, in attesa dell’avversario. Per poi partire in contropiede e cercare di sferrare il colpo decisivo.

Così anche in ottica lavoro ed economia. Si osserva, ci si lamenta, si polemizza ma di lotte ne facciamo poche. Hanno un certo potere i sindacati che, fondamentalmente, tendono a tutelare chi già lavora, ma più di rado intraprendono battaglie per chi un lavoro vorrebbe conquistarselo.

E’ la nostra cultura, la nostra indole.

Inutile illudersi che qualcuno, a livello politico o imprenditoriale possa dare la svolta e cambiare le cose. Magari a volte ci si ‘aggrappa’ anche a qualche personalità in tal senso, intravedendovi qualcosa di ‘diverso’ dal generale e anche da sé stessi, quindi qualcosa di nuovo, a tratti sorprendente.

Ma dopo un pò tutto rientra. E’ questione di tempo…e di cicli.

L’essenza non viene tradita.

Abbiamo spirito di sacrificio, tolleranza e pazienza. Incassiamo, risparmiamo, conserviamo.

L’iniziativa, la ribellione e la lotta non ci appartengono.

Siamo in difesa. Legittima e (a volte) non


L’Italia? Popolo di poeti, santi navigatori e…difensori

Testo di Cono D’Elia