Questa volta parliamo un personaggio poliedrico nel vero senso della parola, ovvero di Ljubinko Jelić un poeta peculiare.
Un poeta molto noto in Serbia, come membro della Società Letteraria Serba e dell’Accademia Europea per la Cultura e l’Arte, ma ciò che lo rende peculiare è che Ljubinko Jelić è un economista per professione nonché laureato in ingegneria civile. Una combinazione veramente rara che nulla toglie alle sue capacità creative letterarie, anzi sono molto spesso fonte di ispirazione per le sue opere.
È nato nel 1932 nel villaggio di Šarani, vicino a Gornji Milanovac, in Serbia. Da qualche tempo vive a Monaco di Baviera dove lavora nel settore delle costruzioni e progettazioni, occupandosi periodicamente anche di pubblicità.
Dal suo ricco lavoro poetico possiamo rilevare sillogi poetiche tradotte e pubblicate in tedesco, rumeno, italiano, inglese, macedone e ceco. Si può trovare anche sulle pagine di diverse Antologie della poesia serba.
Lettere al mio amore, Sotto i martelli brucianti, Il campo di scarto, La gentilezza del Sower, la Luce del miracoloso, Ravaggi davanti alla porta, L’anello Magico, Sopra-Sotto, Più vicino al ghiacciaio, Rubrica dell’architetto, Sul bordo del campo di cenere, Costruire in, Tè per il prossimo, Intorno al nido sognante, In un altro paradiso, Angelo in una serra, Diario dell’architetto, Edificio e illusioni, Graziosa monophony, Raccolta di poesie in quattro libri, Epistole d’amore.
Per la sua opera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali: Premio della Società Letteraria Serba per il lavoro della vita; Premio internazionale “Ivo Andric” dell’Accademia per il lavoro della vita; Riconoscimento della comunità culturale-educativa di Belgrado per un contributo eccezionale alla città di Belgrado; “Riconoscimento di Morava” per il contributo totale alla creatività della poesia e la premiazione della Società dei Drammatici per il contributo totale alla cultura della Serbia.
Vive e lavora a Belgrado.
LJBUINKO JELIĆ
NEL LETTO D’ADORAZIONE
Cos’altro posso fare nella camera stretta,
vuoto e vinto dalla tristezza indistinta,
solo inginocchiarmi
e chiedere dai celi purpurei
l’alba dell’eternità,
riscaldare per un po’ almeno il figlio nostro,
non ancora nato
e in fremito
nel letto d’adorazione,
sotto l’abete snello ,
dove per la prima volta ti ho baciato,
e tu avevi fiorito
e ti sei persa nella voragine inebriante
dietro le magiche labbra…
FUOCO E ORO
Sto camminando lungo i prati dei sogni sonori
In me l’anima freme –
rimanere o partire?
Ogni uomo nasce
con un angelo sulla spalla sinistra
e un diavolo sulla destra.
Dove andare,
Il destino sceglierà la strada.
Da cinque bolli di vetro
Dove si nasconde fuoco e oro.
Nelle mani di chi si trova il pendolo della speranza?
E dove si fermerà
Tra la paura e speranza?D ove andare?
E ci sia mica il posto
che ci accetterà
senza sospetto e disdegno?
Con sguardo verso il celo,
Aspettiamo la nascita di un altro sole.
Ci alziamo dalle ceneri
Nonostante il dolore strozzato.
LA GROTTA
Se non fossi cosi grande
come potremmo capire
perché la paura molto spesso
si associa al nostro respirare incerto
Se non fossi cosi oscura,
Come sapremmo per quale ragione
stiamo bramando
per la fiamma segreta
che c’illuminava
prima del germe dei nostri nomi propri.
Se non fosse creato
sulla lingua della talpa santa
non potremmo mai trovare la strada
fino al cuore del prodigio insaziabile
dove si nascondono le nomine
della nostra temporanea dimora.