Di luglio in Siena, su la saliciata, con piene le ’nghistare di trebbiani; ne le cantine li ghiacci vaiani, e man e sera mangiar in brigata di quella gelatina ismisurata, istarne roste, gioveni fagiani, lessi capponi, capretti sovrani e, cui piacesse, la manza e l’agliata. Ed ivi trar buon tempo e buona vita, e non andar di fuor per caldo; vestir zendadi di bella partita; e, quando godi, star pur fermo e saldo, e sempre aver la tavola fornita: e non voler la moglie per gastaldo”.
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