Tempo slabbrato è il tempo che danza con me, a farmi compagnia nella mia zona rossa, una zona che sembra ormai chiaro mi accompagnerà fino a Pasqua è sempre Maria Lei.
I fili del suo tessere si intrecciano sempre di più. Più cerco di dipanare i fili più si aprano scatole da cui escono tessere di questo puzzle che vado componendo. Ancora non posso narrarti una tessera importante, che vado riscostruendo. Questi fili attorno a Maria Lai sono sorprendenti. Tu continua a seguire questo viaggio. Questo filo ci conduce a Italo Calvino, lo scrittore di Marcovaldo, del barone rampante, del cavaliere inesistente, se una notte di inverno….ma anche delle città invisibili.
Italo Calvino per un periodo vive in Sardegna. Pensa la mamma era “una scienziata sarda” ed è stata la prima direttrice dell’Orto Botanico di Cagliari.
Calvino e Maria Lai si conoscono, sono amici, nelle ricostruzioni di interviste che circolano in rete emerge anche un carteggio tra i due. La Lai preferiva la poesia, alla narrativa, ma comunque leggeva anche i romanzi. Tesi di laurea di Giulia Giovannetti si evidenzia il legame tra la città invisibile di Ersilia di Calvino e l’opera Legarsi alla montagna della Lai. Il nastro simbolo di vita e ricordi trasforma quindi Ulassai nella Ersilia di Calvino.
Ad Ersilia per stabilire i rapporti, scrive sempre la dottoressa citando Italo Calvino, che reggono la vita tra gli spigoli, bianchi o neri o grigi a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza.
Quando i fili sono tanti gli abitanti se ne vanno, perché non possono più passare in mezzo.
Le case vengono smontate, restano solo i pali, Ad Ulussai invece gli abitanti restano con i loro fili della comunicazione. I legami tra loro sono intensi e quella tra Italo Calvino e Maria Lai è una storia tutta da approfondire. Non esiste ancora un catalogo delle tesi di laurea dedicate all’artista, così come ancora non abbiamo una visione completa delle allieve, che ha seminato l’artista. Fili da seguire per scoprire l’eredità che ha seminato.
