Il mare era calmo, dopo una notte di burrasca.
Le onde placide
avevano perso il crespo e adesso si vedevano smorzate, come posate su un velluto d’acqua.
Guardai dentro il blu cobalto e mi immersi negli occhi assonnati del mattino.
Un ricordo mi sovvenne all’improvviso.
I contorni della bocca di Marie, le labbra tumide e
dischiuse, i capelli corvini che viravano al blu e gli occhi neri simili a quelle delle donne arabe
che spuntano, magnetici, attraverso le fessure del chador…………
(Incipit del mio futuro romanzo. Sebastiano Impal@-2016-All rights reserved)