Io partecipo ai concorsi letterari perché mi piacciono le sfide.

Come quando da ragazzina disputavo le gare di nuoto con gli esordienti. Si vincevano medaglie di latta dorata. Ma vuoi mettere la gioia di salire sul podio, stringere la mano del giudice di gara, ricevere i complimenti dell’allenatore e festeggiare in allegria coi compagni di squadra?

Perciò quando, girellando su internet,  ho incontrato questo mondo e mi sono detta: «Perché non provarci?»

Saccheggiando e modificando le mie esperienze di vita ho scritto racconti thriller, fantasy o autobiografici secondo le richieste dei bandi. Ho iniziato coi concorsi gratuiti per verificare di essere all’altezza o se, invece, non mi convenisse lasciar perdere.

Il primo concorso a cui ho partecipato, bandito da una piccola casa editrice, prevedeva l’acquisto di una copia dell’antologia se il mio racconto fosse stato selezionato.

Be’ in quel caso l’avrei comprato comunque, anche solo per inserirlo nella raccolta dei miei ricordi più belli, insieme alle medaglie di latta dei miei trascorsi natatori! Sono stata felicissima di ricevere, dopo circa quindici giorni dal termine di invio del materiale, la lettera che mi confermava che il mio racconto era stato scelto per essere inserito nel libro di prossima pubblicazione. Aprendo la mail ho potuto verificare che i vincitori erano circa sessanta. Allora mi è venuto il dubbio che non ci fosse stata affatto una selezione, ma che fosse soltanto un’operazione editoriale per avere la certezza che la stampa dell’antologia avesse un riscontro economico per la casa editrice. Mi è dispiaciuto verificare che non c’era stata competizione, ma sono ugualmente felice di vedere stampato il mio lavoro.

In ogni caso hanno dato voce a chi, come me, altrimenti non l’avrebbe mai avuta!

Il secondo concorso prevedeva la pubblicazione di un ebook dei soli primi dieci racconti selezionati, perciò sono stata contentissima di essere compresa nella decina vincente. Ho ordinato la stampa e atteso con trepidazione l’arrivo con la posta. Purtroppo ho avuto la grande delusione di dover verificare che, nel passaggio dal formato .docx col quale avevo inviato il testo al formato epub, non c’è stata l’accortezza di una revisione, necessaria viste note le difficoltà di conversione. Così tutti i discorsi diretti sono diventati elenchi numerati e alla fine non si capiva proprio nulla. Meno male che ne ho acquistata solo una copia!

Perciò ho cambiato strategia ed ho partecipato ad un concorso per racconti brevissimi bandito da una rivista.

Con gioia ho saputo di essermi classificata terza. Finalmente sul podio! La gentilezza della redazione si è spinta fino all’invio gratuito di due copie della rivista. Ancora più gratificante è stato constatare che i primi due classificati erano scrittori di una certa esperienza con svariate pubblicazioni alle spalle.

Ho quindi deciso di fare il grande balzo e partecipare anche ai concorsi con tassa di lettura.

Non sono del tutto d’accordo con chi considera questa tassa iniqua, perché l’autore produce e il banditore incassa. Fare parte di una giuria può essere un lavoro, talvolta anche pesante, se devi scegliere tra un centinaio di scritti spesso poco interessanti e raramente avvincenti. In fondo se vuoi cominciare una qualsiasi attività devi mettere in conto un investimento iniziale e spendere dieci euro per sperare di vincerne quattrocento ci può stare. Senza contare a come sarebbe bello partecipare alla kermesse che ti proclama vincitore!

Però una tassa di lettura che supera i quindici euro comincia a diventare discutibile e non più giustificabile.

La prima brutta esperienza l’ho avuta partecipando al concorso bandito da un circolo ricreativo. Non sempre si può vincere ed ero pronta alla sconfitta. Due giorni prima della prevista premiazione ancora non veniva pubblicata la classifica. Ma se il vincitore fosse risultato abitare in un luogo lontano come avrebbe potuto organizzarsi per raggiungere la sede dell’evento e ritirare il premio?

Nessun problema. Dalle mie ricerche su internet ho verificato che tanto abitavano tutti in zona. Che fossero già stati selezionati già prima che venisse bandito il concorso?

Ho imparato che questo mondo non è così limpido come quello delle mie gare di nuoto.

Ma ho scoperto che scrivere ha un effetto catartico e terapeutico. Molto meglio delle sedute con l’analista. Perciò continuerò a scrivere e a partecipare ai concorsi letterari. In fondo costa molto meno!