Non si vive di solo pane

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Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Questo articolo che mi accingo a scrivere, non ha come scopo, quello di farvi una predica o un omelia. Ci sono altre autorità, con un ruolo religioso, deputate a poterlo fare.

Il mio intento è quello di sensibilizzare le persone, con alti livelli di trigliceridi, nel sangue, sulla inopportunità di un alimentazione con eccesso di carboidrati.

Prima di entrare, nel vivo del discorso, cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando. I trigliceridi, appunto, li troviamo in tutti quei cibi  cosiddetti grassi. A titolo di esempio, ne citerò solo alcuni: carne, olio, burro, e cosi via. Questi alimenti, dal punto di vista chimico, sono tri-gliceridi. Essi sono composti da tre molecole di acidi grassi legate ad una di glicerolo. Paradossalmente, c’è da notare, che non sono i grassi alimentari a dovere essere limitati, quando viene rilevato un aumento, rispetto al valore normale, dei trigliceridi, nel sangue. Infatti, quelli che vanno limitati, sono, prima di tutto, i carboidrati e gli zuccheri semplici.

Questo, perché, essi sono convertiti, dal nostro corpo, per tramite del fegato, in trigliceridi, per essere, poi,  usati,  come riserva di calorie.

L’insulina, infatti, lancia un messaggio all’organo epatico, affinché, questo possa cambiare gli zuccheri, in acidi grassi, con lo scopo di abbassare la glicemia.  A questo punto, è bene evidenziare, come sia auspicabile, in caso di aumento dei livelli di trigliceridi, nel sangue, seguire una dieta a basso contenuto di carboidrati, prima di passare all’uso dei farmaci. Dovrebbe essere superfluo dire che, oltre ad una dieta a basso contenuto di zuccheri, sarebbe opportuno, seguire uno stile di vita adeguato. Diminuire i carboidrati nell’alimentazione, oggi, è possibile farlo, utilizzando alimenti che si presentano, all’apparenza, come pane, pasta dolci ecc., ma che hanno un basso livello di questi.

Riepilogando, si può affermare, che uno stile di vita orientato al controllo dei trigliceridi, deve mirare a perseguire i seguenti obiettivi.

Mi limiterò a citarne, quelli che ritengo essere quelli di fondamentale importanza. Innanzitutto, diminuire l’uso degli zuccheri semplici, degli amidi più digeribili, ad esempio, pane e patate, dell’alcool, della frutta molto zuccherina, della pasta. Inoltre, non sottovalutare gli effetti benefici di una sana attività fisica. Il nostro corpo, quando è in movimento, consuma trigliceridi, per produrre energia.

Il titolo dell’articolo è, non si vive di solo pane e fa riferimento ad un passo del vangelo, per simboleggiare l’opportunità di una riduzione dei carboidrati.

Inoltre, c’è un altra valenza simbolica, quella del tentatore che propone di trasformare i sassi in pane. Infatti, anche per quanto riguarda i carboidrati, c’è sempre un tentatore in agguato, pronto a farci peccare. Esso è personificato da un pasticcino o qualcosa di simile, che si apre il varco, tra un pasto e l’altro. Nonostante i nostri sforzi, non ce la facciamo a resistere all’ennesima tentazione. Quando questo accade, ci sentiamo ancora più depressi. Cerchiamo di tracciare una soluzione. Ogni volta che ci capita di cedere alle lusinghe di un buon bocconcino, venendo, poi assaliti dai sensi di colpa, la voluttuosa fame nervosa ci ha ipnotizzato, prendendo le sembianze della più casta fame fisiologica. Quest’ultima ci coinvolge piano, piano senza fretta. La seconda, invece, travestita da una prelibatezza, ci travolge con impeto, senza darci la possibilità di riflettere.

Nel mondo animale, ci si nutre solo quando si ha davvero fame.

Nel mondo umano, il cibo ha assunto un valore simbolico, che va ben oltre il puro significato del sano nutrimento. Un trucco, per eludere, questa subdola tentazione, è quello di occuparsi di un altra nostra passione, oppure di fare dei respiri profondi, prima di abbandonarci al nostro dolcetto di turno. La cosa fondamentale è quella di dedicarci, anima e corpo, a quella attività, facendo passare, in secondo piano, il desiderio della tentazione. Cambiare un abitudine è, forse, la sfida più temeraria che una persona si trovi a fronteggiare. E’ probabile che si cada molte volte, facendo, rapidamente, ritorno alle vecchie, care, abitudini. Questo è il momento per rafforzare gli obiettivi che ci siamo prefissi. Chiarire e, dove è il caso, correggere risultati non desiderati. Per fare questo, sarebbe meglio, lasciarsi guidare da un bravo Coach, in grado di far emergere le enormi potenzialità che ogni persona ha dentro di se.

Dott. Sicignano Antonio
Medico di Medicina Generale
Medico Psicoterapeuta
Specialista in Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana
Presidente comitato campania SPOPSAM
Membro Direttivo Nazionale SPOPSAM