In uscita un nuovo libro poesia di Matteo Pugliares dal titolo “Irrequiete notti”, edito da Edizioni Creativa.
Presto le prime date delle presentazioni.
Vi anticipiamo la prefazione di Francesco Marzotti.
Ho avuto la fortuna, sì posso ben dire “la fortuna”, di seguire tutta la produzione letteraria di Matteo Pugliares, frate francescano cappuccino atipico, se volete, e uomo di intensa attività poliedrica.
Questa sua ultima fatica letteraria (“Irrequiete notti”) ben riassume la sua capacità di leggere la vita, pur nel binario delle relazioni che il poeta intesse con ogni realtà dell’esistenza.
Relazioni che si intersecano tra loro, eppure così ben distinte nel loro confrontarsi, ora a turno ora insieme, con l’anima esuberante e assetata di vita del frate poeta.
Così, scorrendo le pagine, riuscirete a scorgere un desiderio immanente di concretezza che rende ogni giorno sacro (cfr. “Tempo sacro”), insieme al desiderio, altrettanto forte, delirante, dell’eternità (cfr. “Delirio d’eternità). Dai rapimenti notturni della notte, complice una luna danzante (cfr. “Sorrisi beati”), al bisogno ancestrale di maternità e paternità insieme (cfr. “Mi prenderò cura di te”), raggiungerete mete molto diverse tra loro, eppure così affini.
Un sacro furore attanaglia l’anima del poeta, che sprigiona tutto il suo essere come un vulcano in piena eruzione. Lo fa anche quando le parole sono rivestite di dolcezza e giungono al palato dell’anima come gradevole, ai limiti dello sdolcinato, alimento per sopravvivere. Appare un universo intero che consegna alla penna poetica la capacità di raggiungere ogni membro del corpo dei lettori, non solo il cuore o, come spesso si dice in questi casi, l’anima.
A goderne è la testa, le braccia, le gambe, lo stomaco e le viscere, ogni singola cellula di ciò che siamo.
Per il poeta non c’è contrapposizione tra la parola che dischiude la verità e la comunicazione della stessa, poiché inserisce il tutto in uno stile relazionale che permea ogni realtà esistente, materiale ed immateriale. Si scopre la bellezza di relazionarsi anche con le situazioni difficili, con gli uomini e le donne complicati, che non è minor bellezza di situazioni lineari e uomini e donne pacifici, intelligenti, sensibili, altruisti. La relazione ardua diventa una ulteriore spinta alla ricerca costante di una pace, di un’armonia, di una quiete che non appena raggiunta ridiventa inquietudine, vero sale della vita.
E allora assapori tutto ciò che ti circonda (cfr. “Il sapore della vita”), e quando non ci riesci trovi conforto dal tuo stesso cuore (cfr. “Dal dentista”) che è una “Vita che affonda nell’anima / e scioglie i dolori e le ansie / di un tempo difficile / che non vincerà” (cfr. “Portami ancora per mano…).
Tutto riconduce ad un’eterna attesa, consapevole della difficoltà di riuscire a cambiare le cose ma altrettanto consapevole di essere un’attesa viva che genera vita (cfr. “Aspetterò”).
Sembra a me di poter affibbiare al nostro poeta le parole di Sandro Penna quando nel suo diario, nell’ottobre del 1930, scrive: “Ma la ‘poesia’ è come una sostanza a sé, così come la volontà, l’intelligenza, il sentimento, l’immaginazione sono altre sostanze più comuni, meno rare, più utili certo, meno belle. O si ha o non si ha questa sostanza”.
In queste pagine, a mio modesto parere, troverete la suddetta sostanza e vi sentirete più ricchi.
Buona lettura e buon viaggio.
Francesco Marzotti
Per acquistare il libro https://edizionicreativa.it/shop/prodotto/irrequiete-notti-di-matteo-pugliares/