Occhio al cuore

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Finalmente si torna a teatro, noi abbiamo scelto « Occhio al cuore » regia di Emiliano Metalli, diretto da Mauro Toscanelli, liberamente tratto da un romanzo di Poe, il cuore rivelatore.

Un viaggio tra sogni e realtà di un omicidio. In scena due attori, il giovane Bruno Petrosino e Mauro Toscanelli. Il giovane omicida con ansia ci trasporta caoticamente nella ricostruzione del delitto, chissà la location potrebbe essere la stanza di un ospedale psichiatrico dove è rinchiuso. In alto la luce della luna sembra illuminarci. mentre nel sogno avanzano frammenti di ricordi. Il Toscanelli invece in maniera magistrale interpreta più personaggi, passando con disinvoltura da un ruolo all’altro. I personaggi sono dei flash di questa narrazione costruita ad intrecci. Fantasmi, apparizioni che escono dalla mente ossessionata del giovane.

Un macellaio innamorato del suo lavoro, che canticchia, appassionato e geloso dei segreti, che non vuole trasmettere al giovane apprendista.

Un travestito unico affetto reale della vita del giovane, interessante il messaggio lanciato dalle mutande del travestito. Una mamma su cui Freud avrebbe scritto un trattato, ironica, perversa, estremamente religiosa, fervente di santa Lucia, ma anche estremamente superstiziosa. Come da tradizione verrebbe da dire le anime vaganti, deliranti nascono dai conflitti, dai rapporti con la mamma. La Klein avrebbe storto il naso puntando sulla figura dello zio, che sostituisce la figura paterna. L’occhio di una luna piena che illumina, che ci segue in ogni momento, un occhio vitreo che indaga sulla follia umana. Un rumore quel tum tum del cuore che natte, un rumore che entra in testa, che manda in tilt come un’ossessione.

La ricostruzione del delitto narrata dal giovane è inattendibile, così come nel racconto de Poe, nel racconto i critici almeno diversi critici pensano sia una donna, la narratrice.

Uno spettacolo che cattura dal primo istante, cominciando dall’altalena, dove il giovane canta la sua rabbia, una rabbia d’amore, anche nella scelta delle canzoni. L’altalena è la prima metafora in cui si viene scaraventati, un’altalena che ci dondola nell’altalena della mente umana, un’altalena per tornare bimbi e puri, un’altalena che ci scaraventa nelle ossessioni di una mente umana, un’altalena così come sono in continuo movimento i flash dei racconti. Uno spettacolo denso e carico Occhio al cuore, che cammina a volte in contrapposizione alla mente, occhio al cuore è in quel lato oscuro, che si rintanano le ossessioni della mente e allora anche il macellaio viviseziona le parti della carne, Santa Lucia con il suo piattino di occhi simboli su simboli.