Il pagellone del campionato europeo 2016. Ed anche Euro 2016 si appresta alla sua naturale conclusione con la finale di domani tra Francia e Portogallo che sancirà chi tra le due compagini potrà alzare la Coppa Henri Delaunay. Saranno i padroni di casa capeggiati dal fenomeno Griezmann oppure saranno i fortunati e cinici portoghesi che sono riusciti ad arrivare in finale vincendo solo una partita nel corso dei novanta minuti? Domani finalmente lo scopriremo. Ma come dopo la conclusione di un anno scolastico escono le pagelle che valutano il percorso compiuto dallo studente, così è giunto il momento di dare una valutazione ad alcuni team e ad alcuni accadimenti che si sono concretizzati sul suolo francese.

Ecco il pagellone del campionato europeo.

VOTO 10: GREEN ARMY

Eire ed Irlanda del Nord, due tifoserie così lontane ma così vicine. Semplicemente fantastici, dall’inizio alla fine con la loro ironia e con una voglia di divertirsi rara da trovare. Pieni di birra, ma con rispetto. Dal coro divenuto virale nei confronti di Will Grigg,un panchinaro fisso nordirlandese, passando per la ninna nanna di un gruppo di tifosi dell’Eire nei confronti di un neonato in una metro parigina ed arrivando al premio conferito a loro dal sindaco di Parigi per la sportività dimostrata durante la manifestazione. Grazie Eire, grazie Irlanda del Nord, con la speranza di rivedersi in Russia tra due anni. Uniti? Perché no.

VOTO 9: LA GEYSER SOUND ISLANDESE

Ci hanno provato di nuovo i francesi: dopo il popopopo rubato agli italiani nel 2006, dopo la Gioconda, questa volta hanno provato anche a rubare la Geyser Sound islandese, la loro haka. Ma questa volta ai cari francesi è andata male: quella islandese rappresenta il popolo che si fonde in una sorta di rito sacro con la propria nazionale, quella francese invece un’imitazione uscita molto male. Cosa resterà invece della nazionale islandese? Un quarto di finale con appena 300 mila abitanti. Meno di Bari, Firenze e Bologna, giusto per far capire di che miracolo stiamo parlando.

VOTO 8: IL GALLES

Alzi la mano chi avrebbe mai potuto pronosticare una semifinale per i Dragoni, alla loro prima partecipazione nella storia ad un Europeo. Ma in fin dei conti non ci credevano nemmeno loro, con molti giocatori che sono stati costretti a disdire le vacanze o addirittura un matrimonio a causa della semifinale raggiunta. Il Galles ha dimostrato di non essere solo Bale, Ramsey, Allen ma anche di essere un disoccupato come Robson Kanu che spiana la strada ai gallesi nei quarti contro il Belgio oppure Sam Vokes, eterna punta di ripiego che entra e fa gol dopo un minuto. Ed ora tutti a cantare Hen Wlad Fy Nhadau, perché questa volta il loro inno suonerà più forte del God save the queen dei loro rivali.

VOTO 7: ALLA BUONA SORTE PORTOGHESE

Islanda, Austria, Ungheria: il girone dei sogni per i portoghesi, che però si qualificano come ripescata tra le terze con tre pareggi all’attivo. Arrivano gli ottavi contro la Croazia, i rigori sembrano incombenti, ma all’improvviso palo croato, contropiede portoghese e gol. Si va ai quarti, questa volta i rigori ci sono e vengono superati: ecco la semifinale contro il Galles, finalmente la prima vittoria nell’arco dei novanta minuti. Ed ora la finale di St.Denis: una vittoria in novanta minuti in sei gare. Poco? Sì, ma in fin dei conti non hanno nemmeno mai perso.

VOTO 6: ANTONIO CONTE

E’ stato il suo europeo, senza la sua regia in panchina molto probabilmente l’Italia avrebbe abbandonato la competizione molto prima. Perché questa nazionale non era forte, ma ha avuto la capacità di unirsi con il proprio allenatore per raggiungere i propri obiettivi, facendo innamorare il popolo italiano. Fa rinascere De Rossi, si porta Eder contro le critiche di tutti e gli risolve la partita con la Svezia, Giaccherini con lui sembra un fenomeno, De Sciglio lontano parente dal calciatore timido ed impaurito che si vede nel Milan. L’Italia affronta il Belgio e lo sconfigge, agli ottavi elimina i campioni d’Europa spagnoli, ai quarti viene eliminata solamente ai rigori dai campioni del mondo. Un solo rammarico: peccato che un Europeo fondato sull’umiltà ed il sacrificio sia stato macchiato da quei due rigori contro la Germania. Sbagliare si può, ma con dignità.

VOTO 6: L’ALBANIA 

Prima partecipazione ad un Europeo e qualificazione sfiorata agli ottavi per gli uomini di De Biasi, accolti con una grande festa al ritorno in patria. Sì, perché loro non hanno per nulla sfigurato: esordio sfortunato con un clamoroso pareggio sfiorato contro la Svizzera in inferiorità numerica, sconfitti all’ultimo minuto dalla Francia e vittoria all’ultima gara. Inutile sì, perché non è bastato per il ripescaggio come miglior terza. Ma è bastato al popolo albanese, che non ringrazierà mai abbastanza i loro 22 eroi.

VOTO 5: CROAZIA, L’ETERNA INCOMPIUTA

Sembrava la loro volta buona, con un cammino agevole fino alla finale di Saint Denis. Invece no, la compagine di Ante Cacic si conferma ancora una volta bella a metà: Modric, Rakitic, Perisic, Mandzukic, Pjaca non sono bastati, nemmeno questa volta. I croati hanno sbattuto contro il muro difensivo portoghese, ma soprattutto si sono svegliati troppo tardi, quando il più era compromesso. Peccato, perché vedendo il tabellone e la rosa che avevano a disposizione, poteva andare davvero diversamente.

VOTO 4: RUSSIA

Mondiali 2014, eliminazione in un girone che comprendeva Corea del Sud ed Algeria. La colpa è di Capello, chiamato addirittura a rispondere in una interrogazione parlamentare alla Duma. Due anni dopo,Euro 2016: eliminazione ai gironi contro Galles e Slovacchia, non proprio squadroni insormontabili. Che il problema non sia l’allenatore, ma un ricambio generazionale che non riesce a dare i suoi frutti? Auguriamo ai russi un rapido cambiamento, anche perché il prossimo mondiale si chiama Russia 2018.

VOTO 3: LA FIGURACCIA INGLESE

Altro Europeo, altra figura indegna per la nazionale inglese, che addirittura riesce nell’impresa di farsi eliminare dalla nazionale islandese. Si può tenere in panchina Vardy nella sua stagione migliore? Giusto puntare su un impalpabile Sterling per quattro partite? Si può mettere uno come Rooney a centrocampo? Ma davvero si possono dare 5 milioni ad uno come Hodgson, lo stesso che volle vendere Roberto Carlos quando era all’Inter? Ennesimo fallimento per i tre leoni, i quali però spesso continuano ad ostentare un atteggiamento di superiorità: hanno inventato il calcio, è vero, ma diventa inutile nel momento in cui non sai giocarci. Ma è giusto continuare a considerare grande una nazionale che ha vinto un solo mondiale ed ha raggiunto come massimo piazzamento ad un Europeo una semifinale? Ah, dimenticavo: sempre in casa.

VOTO 2: MARC WILMOTS

Ecco l’altro fenomeno della panchina, questa volta quella belga. All’esordio perde contro l’Italia e dimostra la sua sportività attaccando in conferenza stampa il sistema di gioco italiano e la nostra fortuna. Hazard, Lukaku, Ferreira Carrasco, Nainggolan, Mertens, De Bruyne: quando il talento non basta se viene dato in mano ad una persona non capace di esaltarlo. Ai quarti, ennesimo capolavoro: il Belgio, che sembrava avere un’autostrada spianata verso la finale, si fa rimontare dal Galles e ne prende tre. Dal Galles. Da Robson Kanu, Vokes e Williams. Basta questo.

VOTO 1: ALLA NUOVA FORMULA

Può uno squadra che arriva prima nel girone prendere la Spagna agli ottavi? Può una squadra che arriva terza con tre pareggi andare nel tabellone con le squadre deboli? Certo, grazie alla nuova formula meravigliosa della UEFA. Solo alcune prime possono beccare le terze, le altre invece possono essere penalizzate. Il risultato? Spagna, Italia, Germania, Francia da una parte, dall’altra Belgio, Ungheria, Galles e Portogallo.

VOTO 0: GLI SCONTRI TRA HOOLIGANS

Bestie. Ogni commento in più sarebbe superfluo per questi esseri, quindi meglio non perdere tempo.

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