La poesia come infinita preghiera

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Veronika Kostadinova (1974- Kavadarci)

È una giovane poetessa macedone che si afferma nell’ ultimo decennio sopratutto per la poesia lirica d’amore.

Dalla sua prima raccolta “Qualcosa di diverso” (2002) Veronica scopre la semplicità particolare di trasmettere i suoi stati d’animo. Versi sinceri a tal punto da creare molto spesso l’impressione di una predica, una preghiera fatta dinanzi a se stessa e dinanzi a tutti coloro che la leggono.

Con la sua penultima raccolta “Poliglotta del silenzio” (2007) ancora una volta conferma che il suo talento poetico non è casuale, dove l’intero canto è una metafora infinita, pronunciata in modo ellittico in se stessa, profondamente vissuta attraverso la propria intuizione. Anche questa raccolta ci afferma che si tratta di una poesia molto “pensierosa, piena d’illuminazioni interiori, molto spesso anche ironiche” dicono i critici letterari.

Una nuova raccolta intitolata “La parola nella scarpa stretta” (2014) avrà lo stesso successo come tutte le precedenti, affermando per la terza volta che Veronika non è una poetessa casuale, ma con un dono poetico che sa crescere insieme all’autrice stessa.

Veronika Kostadinova si è laureata presso l’Academia di Pedagogia a Štip, ma vive e lavora nella sua città natale, che è Kavadarci. In corso di preparazione la sua nuova raccolta poetica la cui pubblicazione sarà imminente.

Per nostri lettori, ecco alcuni versi scelti:

QUALCOSA DI DIVERSO

Il sole nasce di nuovo.
come ieri.
Ma è un può più rosso.
E più brillante.
Uccelli cantano di nuovo.
Come ieri,
ma con un po’ più di sonorità.
E più gioiosamente.
E tu sei di nuovo qua.
Come ieri,
Ma un po’ più vicino.
Dentro nel cuore.
E tutto è uguale, incambiato.
Esattamente come ieri.
Ma un po’ diverso.

GIARDINO DEI RICORDI

Ho piantato un fiore nuovo
nel giardino dei ricordi,
l’ho bagnato con un riso
e tenere commozione.
Ho fruito l’odore fresco
di un nuovo ricordo
non scoprendo la mia tristezza.
Lo so,
invano sarebbe tentare
fermare il tempo.
Solo nel mio
giardino di ricordi,
i fiori dilatano
l’odore dell’eternità.

(dalla raccolta “Qualcosa di diverso”)

POLIGLOTTA

Prima di chiedermi
devi chieder te stesso.
Il mio tacere risuona uguale
al tuo.
La differenza è in ciò che si dice ad alta voce.
Tu vuoi nascondere,
ed io non sapere.
Ci siamo stancati rispondendo
Alle domande senza risposte,
tu stai cercando con il dizionario
del mio silenzio.
Ed io so tacere
in 1000 diverse lingue,
poliglotta del taciuto.

VENTO NEI PALMI

Prendi il vento coi palmi
e porta tutti i dubbi
intrecciati nei miei capelli.
Stendi le nuvole dinanzi a me
per non farmi male
quando cadrò sui miei sogni,
intrecciandomi nella smania.
La rete di sguardi caccia
una farfalla di bramosia
nel volo tra
pensato e pronunciato.
Tra le risate fiorite
ed odorosi ambigui
soffia un tremolio.
Caccia il vento con i palmi.

(Dalla raccolta “Poliglotta del silenzio)

Introduzione e traduzione dei versi a cura di Biljana Biljanovska