Politica quantistica, un infinito universo di possibilità di manifestarsi.

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Alcuni di voi vi starete chiedendo che cosa sia la politica quantistica?

Magari pensando che io abbia confuso la politica quantistica con la fisica quantistica? La politica quantistica esiste, eccome. È l’arte di applicare i principi della fisica e della meccanica quantistica allo scopo di facilitare la naturale evoluzione della società che la applica e che decide tramite essa quale realtà manifestare per sé stessa. Secondo voi la politica non è forse il frutto di una nostra creazione e della nostra conoscenza collettiva? La risposta è presto data perché noi siamo i co-creatori di tutto, politica compresa! Ormai è da considerarsi scienza: noi creiamo la nostra realtà e co-creiamo la realtà collettiva; la scienza quantistica, ma anche le tradizioni più antiche di questo pianeta, lo dimostrano largamente.

Il filosofo idealista tedesco, Friedrich Schelling sosteneva che l’uomo rappresenta il vertice della natura, il punto altissimo dove la realtà prende coscienza di sé stessa.

La scoperta e l’individuazione del bosone di Higgs e le successive ricerche stanno dimostrando che la scomposizione potrebbe non avere mai fine! I frattali (oggetti geometrici che si ripetono su scale diverse allo stesso modo) e la scissione delle particelle neutriniche (particelle elementari che interagiscono con la forza gravitazionale) ci aiutano a capire che cosa accade intorno a noi, soprattutto nello scenario politico.

Oggi nessuno è in grado di comprendere che cosa accada quotidianamente nel dibattito politico, quali “idee” si muovano, quali “fini” si cerchino.

I frattali e i neutrini trovano la piena realizzazione nel centro-destra. In Forza Italia di Berlusconi, in Fratelli d’Italia della Meloni e nella Lega di Matteo Salvini. In compagnia di Matteo (ndr), si trovano il leader del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio, ma anche Danilo Toninelli (Movimento 5 stelle) in qualità di ministro alle Infrastrutture. Il crollo del ponte Morandi a Genova, avvenuto il 14 agosto, che collegava i passaggi di Ponente- Levante in Liguria, la strage sfiorata in autostrada a Bologna il 6 agosto, preannunciano una nuova tempesta finanziaria.

Politica quantistica

Siamo sprofondati in un enorme buco, da cui bisogna rialzarsi, certo!

Secondo la meccanica quantistica, il buco nero è un corpo celeste che non lascia fuggire né la materia né le radiazioni elettromagnetiche. Il calore che emettono i buchi neri è come la Stele di Rosetta, che attende di essere decifrata per dirci cosa sia lo scorrere del tempo. Ma più tempo passa, più la situazione rimane tale. “L’Italia non può andare avanti con le speculazioni monetarie e con il debito crescente. Per due decenni il patto ha retto, perfino, in epoca berlusconiana: ai politici nazionali il compito di consenso alle riforme necessarie alla classe dirigente sovrannazionale per far avanzare l’unificazione economica”, così pensava Guido Carli all’epoca della firma del trattato di Maastricht nel 1992.

Il Trattato di Maastricht, o Trattato sull’Unione europea (TUE), è un trattato che è stato firmato a Maastricht nei Paesi Bassi dai dodici paesi membri dell’allora Comunità Europea, oggi Unione europea, che fissa le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti nell’Unione.

Questi parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti all’Unione Europea pongono un problema sul fronte dell’immigrazione.

Soprattutto in Italia se ne parla ininterrottamente, quante volte al tg abbiamo sentito dei continui sbarchi sull’isola di Lampedusa? Tantissime volte. Ricordiamo la vicenda “Diciotti” o “Acquarius. Il 5 giugno scorso il ministro Salvini si è schierato con il gruppo di Visègrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), paesi contrari all’accoglienza dei migranti. Da più parti si solleva la proposta di cambiare radicalmente il trattato di Dublino. In sostanza, salterebbe definitivamente il criterio del “primo accesso”.

Il Paese di ingresso non sarebbe più il Paese destinato a ospitare il richiedente asilo.

Il nuovo criterio sarebbe quello del “legame reale”. Il richiedente asilo verrebbe indirizzato verso un Paese di sua preferenza, ma questa “preferenza” sarebbe determinata in modo oggettivo: dove risiede un familiare, dove ha degli amici pronti a ospitarlo, dove ha studiato, o dove ha già vissuto. Se il richiedente asilo non avesse nessuna di quelle “preferenze” sopra elencate, verrebbe subito rimpatriato (operazione tutt’altro che semplice). Inoltre si vorrebbero le “quote” per fare in modo che, alla fine, tutti gli stati europei ricevano un numero proporzionalmente equo di rifugiati.

Sta di fatto che la situazione attuale è davvero caotica, un vero buco nero, piena di incognite e possibili sviluppi, dove tutto è ancora da decifrare, rincorrendo una sovranità perduta e un passato che teme il futuro, nell’incertezza di un presente opaco e misterioso.