Quando i veicoli porteranno solo acqua e cibo,
senza portarsi dietro le carni di chi passava.
Quando dal cielo cadranno le stelle,
e non più la polvere che uccide.
Quando i politici avranno parole di miele,
blindando il sale.
Quando la torre Eiffel tornerà ad essere libera dallo scudo di vetro
quando Gare du Nord sarà un posto di incontri, e partenze,
senza un addio di sangue.
Quando Roma tornerà a riprender fiato,
senza la paura di saltare in aria,
quando riprenderanno le passeggiate,
e i mercatini di natale,
e le serate al cinema,
e quelle nei locali per chi -non è diverso-.
Quando potremo lasciar perdere il corano,
ascoltare la musica senza un intervallo di bombe e sangue.
Quando riprenderemo i nostri viaggi
senza aver paura di chi ha la testa coperta.
Quando questa guerra che parte da dentro
e arriva da fuori,
diventerà solo un ricordo:
saremo colombe e messaggeri,
viaggiatori e sedentari.
Quando tutto avrà una fine
torneremo a baciarci sul punto più alto
di una Parigi di ferro.
Fino a domani,
oltre domani.