INTERVISTA AI CHALGHIA SOUND SYSTEM

DALLA RIVISTA GRECA “EXITIS”

Chalghia Sound SystemIl 24 Febbraio si è svolto a Salonicco il Balkan Fest, festival Balcanico di musica, dove in esclusiva è stato invitato a partecipare il gruppo macedone “Chalghia Sound Syistem” di Skopje. In occasione di tale evento, la rivista greca “Exitis” ha pubblicato una intervista fatta con i membri della band. Decido quindi di pubblicarla in italiano per i lettori di “BombaGiù” con uno scopo molto chiaro: mostrare che talvolta artisti e giovani hanno su molte questioni le risposte che forse nascondono soluzioni ai grandi dilemmi creati ed imposti dai politici contemporanei.

1 – Cosa significa per voi un festival che riunisce e rinforza i Balcani?

Riusciamo ad uscire dal pattern degli eventi e per noi questo significa un vero spostamento dei limiti. Questo sarebbe il posto dove tutti noi, organizzatori e partecipanti, ci presentiamo come personalità. Ovvero dove la cosa più importante è l’arte, la musica. Questo è il modo in cui possiamo farci conoscere e in cui riusciamo a non aver paura gli uni degli altri.

2 – Quali sarebbero gli elementi caratteristici della Penisola Balcanica che creano la melodia formando il suono tipico dei Balcani?

Se diamo uno sguardo alla storia, i Balcani sarebbero il primo luogo dove si è data importanza alla musica sia nel senso di creazione sia in termini di analisi. Ma se ci concentiramo esclusivamente sul punto di vista estetico, la Penisola Balcanica è uno spazio dove si sta creando uno dei migliori e più ricchi scenari musicali. Proprio per questo da una lato è molto bello esserci, ma dall’altro ci obbliga perchè bisogna sembre essere degni del compito.

3 – Esiste un vero bisogno o tendenza di creare una identità comune tra i popoli balcanici? E se la risposta fosse postivia, i festival musicali aiuterebbero a raggiungere questo obiettivo?

L’identità comune è già affermata. Questo si può facilmente riconoscere nel folclore, nei costumi, nell’etica, nella tradizione, nell’estetica, nella lingua e nella musica, cioè nella cultura in genere. Questo è uno spazio che in passato era limitato. Per fortuna, la più grande ricchezza spirituale fu creata nell’epoca  Bizantina, che riuniva tanti popoli e culture diverse. In quest’ottica non sarebbe quindi semplice dividersi ma è necessario solamente mostrare le variazioni e le evoluwioni di un tesoro di tale bellezzA.

4 – Se dovessimo definire la musica balcanica con solo due parole, cosa direste? E cosa la renderebbe unica e riconoscibile all’orecchio musicale?

Il ritmo, la melodia, il melisima e il modo particolare di cantare che non esiste in nessun’altro luogo del mondo. A me fa piacere, per esempio, che un icona come Don Cherry facendo ricerche musicali nel mondo, fu affascinato dal modo di cantare delle donne balcaniche.

5 – Come comunità unica di Stati che condividono suoni e musica e quasi la stessa educazione musicale, trovate che questo genere di suono sia ancora vivo e in fase di sviluppo? E a che cosa si deve il corso comune melodico di tutti i paesi Balcanici?

Nei Balcani sembriamo essere un pò in ritardo con il romanticismo. Ma non troppo lontano almeno quando si mette in questione la curiosità verso il folclore. D’altra parte, questo suono è moltro attraente per noi, siamo cresciuti con lui ed è diventato parte della nostra genetica. E nessuno si può liberare da queste sonorità anche se a volte lo si desidera. Proprio per questo, il suono musicale balcanico è più che vivo e ci porta sempre verso nuove ispirazioni.

6 – Il suono ha bisogno di qualche nuovo stimolo o di nuove combinazioni con alcune forme più moderne, strumenti e sensibilità. In altri termini la sua tradizionale connotazione è utile e ciò che custodisce questa musica è viva e riconoscible?

A questa domanda risponderei chiedendo aiuto all’antropoligia e alla psicologia: il carattere umano è un prodotto del materiale genetico e dell’influenza ambientale. Dai geni non possiamo scappare, ovvero dalla nostra musica tradizionale. L’influenza ambientale però può limitarci o arricchirci. Dipende del nostro gusto e dalla nostra educazione. Voglio dire che la nostra musica tradizionale è una base eccezionale che non si deve mai dimenticare e sulla quale dobbiamo sempre appoggiarci. Ecco perché la nostra cultura è il vero posto da dove si può partire verso cose nuove, verso diverse avventure musicali. È molto bello quando qualcuno si proietta verso un simile contenuto, la libertà e la creatività da coltivare, ma anche verso la voglia di creare nuova musica.

7 – Potrebbe la musica porre fine alle differenze culturali, politiche, sociali che già da anni stanno vulnerando i Balcani?  La musica è un elemento che crea una base unica riuscendo a riconciliare i popoli balcanici?

E’ ovviamente cosi. La musica è la nostra verità e di fronte alla verità anche gli dei tacciono.

8 – Cosa dobbiamo aspettarci di vedere ed ascoltare?

Per questa occasione che ci è stata offerta, ovvero la presenza al festival, abbiamo deciso di presentare una parte della nostra musica chalghia tradizionale. Ma nello stesso tempo di mostrare come affrontiamo la sfida di creare una nuova musica che ha come fondamenta la tradizione ma è mischiata con influenze moderne. In sintesi ascolterete sia la musica tradizionale sia quella moderna composta da noi.

9 – Progetti futuri?

Nel mese di Marzo inizieremo la registrazione di nuovi pezzi che sono già pronti. Abbiamo già fissato parecchie presentazioni, la promozione del nuovo CD e saremo coinvolti negli eventi di produzione.

I COMPONENTI DELLA BAND CHALGHIA SOUND SYSTEM:

Dobrila Grašoska – vocale
Aleksandra Kuzman – violino
Boško Mangarovski – kemane
Dorian Jovanović – oud
Filip Krsteski – percussioni

 

 A cura di Biljana Biljanovska

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