La deliziosa arte di mescolare le carte
e dare miele al miele
e fiele
ai questuanti
le numerose volte in cui m’hai tolte
le prerogative
e io ho dormito un sonno pesante.
Padre, dammi un po’ di salute.
Padre, va bene tutto ma dammi un po’ di forza
devo sopravvivere, la scorza, la pelle si è rinsecchita
sono salita fino in terrazza
e le piante erano morte, dal balcone si vedeva la piazza
un quartiere di Roma, probabilmente
con i mignolini delle principesse a reggere i cocktail di fine pomeriggio
i gentleman in completi bianchi, camicie vistose
fazzoletti nel taschino
sigarette, cultura, cinismo
bon vivant lontani anni luce
dalla desolazione
che mi compete
A me, Padre, hai destinata una vita di guerra
una vita da uomo, nonostante io sia una donna cordiale
amorosa, materna
una vita in trincea, a sparare
nonostante io sia un’eccellente infermiera
una vita di stenti
nonostante io sia votata al consumismo
non mi hai ancora perdonata?
Non dipende da Te?
Non ho più domande, Padre
ma tu ridammi la gioia di vivere
sono nata per sorridere, per far rizzare i cazzi
degli amanti, degli astanti
la sofferenza non mi si addice
mi si addice il lusso
la lussuria, mi si addicono
due o tre corpi nudi in movimento
non questo tormento.