Quale limite mentale
Non avere chi ti aiuti
E passare tra i rifiuti
Della nostra malattia
Poi guardare il cielo azzurro
Con le tasche sempre vuote
Per le strade sconsolate
Della mia periferia
Quale ordine mondiale
Nell’intreccio del disprezzo
Delle cose senza prezzo
Di una vecchia nostalgia
Poi scoprire inconsciamente
Che i confini sono tali
E diversi eppure uguali
Come un fiore da sfogliare
E sebbene sorga il sole a levarsi
Di quel poco non mi basta per capire
Quanto il giorno sia migliore
Senza più desiderare
Né dormire né sognare
Senza bere né sperare
In qualcosa da mangiare
Le parole che diciamo
E l’immagine che diamo
In noi stessi non crediamo
Se le scarpe non portiamo.