Sfratto in arrivo. Lo Stato non mi aiuta. Lo sfogo di Maria.

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Sfratto. E’ quello che dovrà affrontare a breve Maria Sagliocco. Dal comune di Deruta, in provincia di Perugia, ci scrive per portare all’attenzione il proprio dramma familiare. Di seguito riportiamo le sue parole:

“Siamo una famiglia di 5 persone, con due figlie minorenni rispettivamente di 5 e 17 anni ed un marito in cassa integrazione che percepisce 900 euro al mese. Ci troviamo a fronteggiare un serio rischio di sfratto. Da più di un anno siamo in serie difficoltà economiche ed abbiamo subito chiesto aiuto al comune di Deruta, dove abitiamo da 4 anni. 

Mi hanno risposto che, essendo la cifra per la quale sono in mora di soli 3 mila euro, devo vedermela da sola.

Mi dicono anche che davanti a me ci sono gli stranieri. Io non conosco nessuno e non sappiamo più a chi chiedere aiuto. Abbiamo pensato di rivolgerci agli usurai perchè sono gli unici che non chiedono nessuna garanzia. Ma poi pensi che hai dei figli e la paura di finire in una situazione pericolosa unita all’istinto protettivo del genitore ti frena. In casa mi hanno già tagliato la luce. Ovviamente siamo andati dalle banche ma senza alcuna busta paga nessuno ti aiuta.

Lo sfratto è previsto tra dieci giorni.

Il comune non ha alloggi per aiutarci. Ci siamo rivolti anche alle associazioni presenti in loco ma senza ottenere alcun risultato. Tutte le persone del luogo mi dicono che devo pagare ma non so come fare. Alle persone che leggono queste pagine chiedo aiuto, in qualsiasi forma, solidarietà e comprensione per chi rischia di trovarsi sotto un ponte con tutta la famiglia. La mia domanda è questa: che cosa fa lo Stato italiano per proteggere le famiglie in difficoltà?”

Lo sfogo di questa mamma sicuramente non è qualcosa di eccezionale. Siamo coscienti che le famiglie che affrontano difficoltà analoghe sono molteplici. Non è dunque per clamore che scriviamo questo articolo ma, nel nostro piccolo, per consentire a questa famiglia di lanciare un ultimo disperato grido di aiuto prima che venga buttata fuori di casa.

Dal 2008 al 2013, le statistiche parlano di 332.169 sfratti registrati, di cui esattamente 288.934 per morosità.

Esiste uno strumento deliberato a seguito del decreto legge 102/2013, che eroga contributi da parte dei comuni a favore di nuclei familiari in possesso di intimazione di sfratto per morosità incolpevole. Il contributo massimo erogabile è di 8000 euro per richiedente ed è concesso a seguito della incolpevole capacità sopravvenuta a pagare la locazione (per esempio a seguito di licenziamento, escluso quello per giustificato motivo soggettivo e per dimissioni volontarie). Accanto a questo strumento, ne esistono altri. Questi dispositivi, utilisssimi ed importanti, prevedono però dei paletti e dei requisiti che non sempre consentono, in situazione di urgenza, di ricevere aiuto in tempi rapidi.

Facciamo, inoltre, un’osservazione che prende spunto dalle parole dette da Maria: “Prima di lei ci sono gli stranieri”. Prendiamo distanza da questo tipo di affermazioni che riteniamo inutili e che generano nelle persone solo del razzismo. Auspichiamo che persone assunte presso enti pubblici evitino di dare questo tipo di spiegazioni. Gli stranieri, in questo caso, se rispettano i requisiti dei bandi sono, per noi di BombaGiù, uguali agli italiani.

Un ragionamento a parte si può fare sugli importi stanziati per questi fondi. Ad esempio, le iniziative volte a gestire l’emergenza umanitaria derivante dai flussi migratori ha portato ad un incremento delle spese investite. La spesa per immigrati nel 2015 è quasi triplicata, rispetto alla media 2011-2013, passando da 1,3 miliardi a 3,3 miliardi. I dati sono contenuti nelle tabelle del Documento programmatico di bilancio del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Rispetto al 2014 l’incremento stimato è stato del 26%.

Dall’altro lato il fondo per morosità incolpevole ha previsto solo 20 milioni di euro stanziati nel 2014 ed altrettanti nel 2015. Sono un pò pochi rispetto ai 3,3 miliardi di cui sopra. Parliamo di fenomeni differenti e non paragonabili ma l’ordine di grandezza può, indubbiamente, fare arrabbiare quelle famiglie che vivendo un dramma personale non si sentono adeguatamente aiutate dalle strutture pubbliche sia a livello locale che regionale e nazionale.

Al di là della provocazione su questo tema importante, chiediamo a chiunque si trovi nella condizione di aiutare la famiglia della signora Sagliocco a contattarci senza esitare.