Soldati


Li ho visti partire…

Salivano sui giganti neri, uno dietro l’altro,

a due a due, senza voltarsi indietro.

Nascosti nelle mimetiche, il fucile in spalla,

gli sguardi inespressivi, non una parola,

non un gesto con la mano.

Li ho visti atterrare…

marciare senza sosta, in una terra straniera.

Erano giovani, poco più che ragazzi.

Nessun lamento, nel silenzio più cupo,

ora il fucile lo tenevano in mano.

Li ho visti combattere…

Senza alcun ordine, procedevano sparando,

qualcuno faceva fuoco verso loro.

Bagliori intensi squarciavano il cielo,

le nubi si tingevano di nero

e fiamme, lingue di fuoco ovunque.

Li ho visti cadere…

Sotto l’incessante pioggia di bombe,

le mimetiche macchiate di sangue,

col viso nel fango, ad urlare la rabbia,

in un fragore assordante che soffocava il dolore.

Non li ho uditi piangere, ma li ho visti morire…

Li ho visti ripartire…

Le uniformi logore, scompostamente,

gli elmetti allacciati alla cinta, scioglievano al vento

teste gocciolanti di sudore.

In tanti li hanno visti atterrare,

e tutti salutavano con la mano,

invocando un nome, li cercavano.

E quel grido si tramutava in urlo

per quel ragazzo che non rispondeva.

E solo allora da quegli occhi feriti,

da quei visi scuri di polvere

si aprirono strade percorse dal pianto.

Erano troppi quei sacchi neri,

troppi per te che guardavi come me

lo scempio umano d’ogni guerra,

senza risposte e senza perché.


Soldati