THE HUMAN LIBRARY è,  senza dubbio, una delle iniziative più belle di cui io sia venuto a conoscenza!

          Di cosa si tratta?

Di una tradizione ormai molto lontana da noi, così tanto da diventare innovazione ai nostri occhi, ma partiamo dal principio.

Nasce in Danimarca, nel ormai lontano 2000 (è passato un po’ di tempo, lo so) e adesso sono ben 50 i paesi che usufruiscono di questa innovazione.

       Che cosa è di preciso?

Una libreria umana, ma lasciatemi spiegare meglio: all’interno di librerie ben precise, si possono noleggiare delle persone perché vi raccontino la propria storia.

La tradizione orale inizia piano piano a riprendere possesso dei propri spazi, ostentando un ruolo fatidico ora più di quando è stata messa in atto.

Infatti, tra i “libri umani” che si possono noleggiare, non c’è distinzione di nessun tipo: etnia, genere, status, livello di istruzione, orientamento sessuale, mente normo dotata o meno…A nessuno importa di chi sia questo “libro”, interessa solo la sua storia.

Proprio per questo, a mio dire, ora più che mai risulta indispensabile che THE HUMAN LIBRARY sbarchi in più paesi possibili.

Inutile citare gli ultimi fatti di cronaca, quali Floyd e molti altri, per comprendere quanto, la narrazione orale senza barriere, possa riuscire, un passetto alla volta, a cambiare le cose.

Non sono un sognatore, non fraintendetemi, infatti non penso che basti una storia per rivoluzionare il mondo, ma penso e sono disposto a scommettere che, storia dopo storia, gli animi di sempre più persone potrebbero ritrovarsi affini ad altri, magari di apparenza così diversi, eppure così dannatamente uguali.

Alla fine,  l’uomo questo è: chi più e chi meno, siamo sempre tutti lo stesso libro, di cui solo la copertina e lo stile di scrittura variano, nulla a che ridire, ma di certo una causale troppo superficiale per essere presa in considerazione, no?

Una piccola informazione, giusto per scatenare la curiosità: il 6 ottobre del 2017 è sbarcata anche in Italia, per la precisione in Toscana, nella biblioteca San Giorgio, ad opera dell’associazione Pandora.