Ti guardo e mi perdo.

Mi riaffiorano le viste,
gli odori
delle mie prime età.

Tre colori:
verde, giallo e azzurro…
e quel po’ di rosso marrone
che solo sereno mi rende.

Ti guardo
e impazzisco.

Della tua Grecia
e aria saracena;
della tua araba
e normanna tradizione;
della tua culla
di sapori
e umana benevolenza.

Eppure,
Sicilia mia,
tanto dolore mi costi.
Come una troia
sei trattata!

Chi ti ama veramente
è costretto a sfuggirti
perché di te ne godono
solo i farabutti.
Gli interessi ti hanno ferita!
E nessuna maceria ti ha mai
curata!

Sicilia mia,
Più ti guardo
E più mi pento:
di non averti mai difesa,
di averti lasciata…
o per lo più
di non averti mai conquistata.

Che bella che sei,
con quel mare
che ti fa ancor più luminare.

Ti guardo e mi perdo…

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