Tino non ci sta. Ci voleva la malattia a mettermi di buona lena per portare a termine un romanzo.
Come un corso d’acqua sotterraneo, la scrittura mi accompagna fin dall’adolescenza: non essendo molto brava ad esprimere a voce idee, sentimenti e sensazioni, ho sempre trovato sul foglio di carta (poi anche sullo schermo del computer) il mezzo ideale per dare forma tangibile ai pensieri e alle suggestioni che alimento in me, sulla spinta anche dei miei studi letterari e della passione per il romanzo e per la poesia. Tutto questo in modo molto sconclusionato, con la scrittura sempre presente e viva – a differenza di altre più volubili occupazioni -, ma troppo spesso in secondo piano, dietro a tutti gli altri impegni, obiettivi, doveri, progetti, svaghi, distrazioni…
Ma ci ha pensato bene il morbo di Crohn a impormi un po’ di sana disciplina e a darmi la sveglia: il tempo non è infinito, ed è un peccato non pervenire mai a qualcosa di definitivo con quelle capacità e attitudini che noi tutti abbiamo per qualche attività in particolare. La pausa forzata densa di novità e di riflessioni, la scoperta della realtà ospedaliera, il bisogno di farmi forza e di trasformare questa grande rogna in un’opportunità si sono rivelati un insospettabile sprone per mettermi di nuovo sotto con la scrittura. Ma questa volta per bene, con ordine e disciplina, con più lucidità (sarà mica merito dei farmaci?!).
Sugli spunti forniti dall’esperienza personale, mi sono divertita a scrivere un romanzo che va preso come tale e non come un resoconto autobiografico o un saggio romanzato sui sintomi e le terapie del morbo di Crohn dal punto di vista del paziente; il lavoro di chi prova a fare arte è anche quello di sublimare il personale, di distillare la quintessenza di un’esperienza soggettiva per scolpirla in un’immagine di tutti, universale e libera. Qual è il risultato? Un libro in cui ho cercato di trasmettere con pari intensità tanto il dolore quanto la comicità di alcuni paradossi della vita. Anzi, un libro in cui dolore, paura, riso, ironia, rabbia, affetto e voglia di vivere sono profondamente intrecciati.
Cosa ci troverete dentro? Diversi personaggi costruiti con amore, cura, gusto e perfino divertimento; una tremenda voglia di riprendere in mano la vita e, con lei, la penna, per poter finalmente scrivere come si deve; tante barelle, flebo, camici bianchi, ma anche mare, onde, partite di calcio, peccati di gola, colpi di fulmine e un po’ di tutte le mie passioni artistiche e letterarie a cui ho voluto rendere omaggio.
Insomma, spero di potervi regalare una lettura gustosa e che lasci, a suo modo, un’impronta. Sarei molto felice se anche soltanto a una manciata di lettori arrivassero la poesia e la vitalità che ho cercato di infondere nel libro. Magari proprio sotto l’ombrellone, con l’infrangersi delle onde in sottofondo e un mare di luce tutto intorno. Perché no?
Ecco tutti gli indirizzi per saperne di più, per leggere alcuni estratti del romanzo o per mettervi in contatto con l’autrice (e cioè la sottoscritta):
pagina Facebook di Tino non ci sta;
- blog dedicato al libro;
- indirizzo e-mail: crohnwriting@gmail.com.
E per chi volesse acquistare il libro, può farlo su:
- Youcanprint: cartaceo o ebook;
- IBS: cartaceo o ebook;
- Amazon: cartaceo (l’ebook sarà disponibile a breve);
- tutte le altre principali piattaforme di vendita di libri online.