Il passerotto ferito che riprese a volare

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Mio figlio quando era piccolo andava a giocare nel cortile sotto casa ed un giorno ritornò a casa tutto agitato tenendo delicatamente tra le mani un passerotto ferito. Era così piccino che non aveva ancora tutte le piume. Mi raccontò che lo aveva visto cadere giù da un nido. Mentre lo andava a raccogliere, aveva visto all’improvviso spuntare un gatto che cercava di acchiapparlo che se lo voleva mangiare. “Per fortuna che io ero lì – mi disse – come vidi che il gatto, si avvicinava sempre più minaccioso, cominciai a correre ed a strillare a tal punto che il gatto dalla paura se ne scappò”. Lo aveva raccolto e portato a casa . Mi aveva detto : “Mamma lo senti come cinguetta!

Guarda come trema!” Guardo il passerotto ferito, era così piccolo e non era ancora pronto per volare.

Lo avevo preso e per tranquillizzarlo lo avevo cominciato accarezzare e lui poverino continuava a tremare e cinguettare. Quanta tenerezza faceva quella piccola creatura. Per calmarlo avevo pensato di dagli qualcosa da mangiare, ma non avevo la minima idea con che cosa lo potevo nutrire. Avevo cercato nel frigorifero, avevo trovato della carne macinata, ne avevo preso un poco e l’avevo messa in un piattino, l’ avevo mescolata con un po’ d’acqua fin a farla diventare una pappetta e con uno stecchino, avevo cercato d’imbeccarlo, però, sembrava che non gli piacesse. Allora avevo provato d’ammorbidire un biscotto nel latte, così ero riuscita a farlo ingoiare un poco. Poi ero andata a prendere la gabbia che avevamo in cantina, ci avevo messo dentro il passerotto ferito e lo avevo portato sul balcone.

Il passerotto poverino continuava impaurito a cinguettare, che pena faceva !Ma, non potevo fare diversamente. Se l’avessi lasciato libero senz’altro avrebbe fatto una brutta fine.

Così per qualche giorno mi sarei presa cura di lui e, come sarebbe cresciuto un pò lo avrei lasciato volare. Dopo un pò che era sul balcone s’era sentito un gran frullar d’ali. Guardai fuori vidi che c’era un passero che girava intorno alla gabbia .Cinguettava contento pareva che facesse una danza di gioia. Il passerotto non si lamentava più, anzi anche lui saltellava contento. Poi il passero sempre cinguettando era volato via per ritornare poco dopo. S’era avvicinato alla gabbia e dalle sbarre lo stava imbeccare. Lui poverino stava con la bocca spalancata e affamato ingoiava. Ho capito che era la madre. Chissà quante volte quel giorno aveva spiccato il volo per ritornare poco dopo per venirlo a rimbeccare. Un giorno ritorno assieme ad un altro passero.

Si davano il cambio per non lasciarlo solo e il passerotto non piangeva più. I giorni cominciarono a passare ed il corpo del passerotto si riempiva di piume ed i suoi voli diventavano più alti sicuri. Così io e mio figlio avevamo capito ch’era il momento di ridagli la libertà. E una mattina, gli avevamo aperto lo sportello della gabbia e lo avevamo fatto volare .

Così mentre lui spiccava il volo verso la libertà, avevamo sentito un gran frullar d’ali: erano i suoi genitori che gli venivano incontro, e finalmente tutti tre di nuovo insieme cinguettavano festosi erano volati lassù nell’azzurro cielo infinito.