Il tartufo è uno di quei prodotti che ci fanno venire l’acquolina in bocca. Un prodotto che fa parte della nostra tradizione culinaria e di cui l’Italia è tra i maggiori produttori mondiali.
[dropcap]Q[/dropcap]uesto week-end noi di BombaGiù siamo andati a visitare una delle regioni dove esso si fonde appieno con la cultura “enogastronomica” locale: l’Umbria. Non potevamo, quindi, fare a meno di fare tappa in uno dei più importanti musei del Tartufo, a Scheggino, un incantevole borgo che vi fa innamorare non appena scendete dall’auto. E se vi capitasse di addentravi tra i vicoli ed ammirare i ruscelli di acqua limpida non vorreste partire mai più.
Tornando al museo, esso più che un esposizione è la storia che racconta uno dei tanti miracoli italiani. La storia di una famiglia e di un’azienda, Urbani, che si annovera come esempio di italianità nel mondo. Torneremo su di essa più avanti, concentriamoci sul tartufo ora.
Esso è un fungo ipogeo che cresce e si sviluppa sotto la terra solo in vicinanza di alcune tipologie di alberi. In particolare quercia, pioppo, tiglio, faggio, noccioli e salici, dai quali riceve le sostanze organiche sotto forma di zuccheri semplici, gli idrati di carbonio, indispensabili per il suo sviluppo. Questo fungo, uno tra i cibi più prestigioso del mondo, è una cosa rara davvero preziosa. Per questo motivo i più pregiati hanno prezzi esorbitanti e, nei ristoranti, i piatti che hanno come base il tartufo sono tra quelli più cari.
[dropcap]P[/dropcap]ochissime persone al mondo sanno distinguerli, riconoscerli ed apprezzarne appieno le qualità. I Tartufai sono coloro che, con l’aiuto di cani addestrati, si adoperano nella ricerca dei tartufi. Per poter svolgere questa attività hanno però bisogno di un’autorizzazione specifica. Visto il valore del tartufo, diverse leggi ne regolamentano sia la raccolta che la coltivazione. Riportiamo di seguito le norme più interessanti:
- la raccolta è libera nei boschi e nei terreni non coltivati, compresi i pascoli;
- la raccolta nelle tartufaie “coltivate” ed in quelle “controllate” compete ai titolari della loro conduzione, se debitamente autorizzate, delimitate e segnalate;
- la raccolta tramite zappatura, sarchiatura ed aratura è severamente punita in quanto uccide il fungo;
- è vietato l’utilizzo del maiale per la sua ricerca, a causa dei danni ambientali provocati da questo animale nella ricerca.
Esistono diverse tipologie di tartufo differenziate per colore e in funzione della stagione in cui vengono raccolti:
- Bianco o Trifola (il più pregiato),
- Nero pregiato o Tartufo di Norcia,
- Bianchetto o marzuolo,
- Nero estivo, Scorzone,
- Nero liscio,
- Nero ordinario o Tartufo di Bagnoli,
- Nero d’inverno Tuber Brumale,
- MoscatoTuber Brumale Moschatum De Ferry.
[dropcap]R[/dropcap]ecentemente, visto il valore crescente del prezzo di vendita dei tartufi più pregiati, aumentano le richieste di tesserini che abilitano alla ricerca del tartufo e sono quindi in molti che cercano si sbarcare il lunario ricercando i tartufi. Per esempio, il Tartufo nero estivo, quello che si trova in questo periodo, ha una quotazione media tra gli 80 ed i 100 euro all’etto. Per darvi un’idea ancora più incisiva del giro di affari che ruota intorno al tartufo, nel 2014, durante l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco, uno di questi pregiati tartufi di Alba è stato pagato ben 100 mila euro da un anonimo milionario dell’est-asiatico.
[dropcap]C[/dropcap]ome promesso, ritorniamo a parlarvi del museo del tartufo Urbani, che noi abbiamo visitato. Vogliamo dirvi che, oltre a farvi fare un salto nella storia del tartufo e delle sue radici con l’Umbria, il museo vi da anche la possibilità di comprare molti prodotti dell’azienda Urbani. Quest’ultima detiene il 70% del mercato mondiale. La società ha diverse sedi negli Stati Uniti e l’headquarter è situato su due piani di uno splendido grattacielo sulla West End Ave di New York, a Manhattan. Urbani è più volte balzata agli onori della cronaca per aver donato esemplari di altissimo livello a personalità di spicco che hanno ricevuto preziosi esemplari direttamente dalle mani di Urbani: il principe Filippo duca di Edimburgo, marito della Regina Elisabetta di Inghilterra, il presidente americano Nixon, Donald Reagan, Lady Diana, Claudia Cardinale,George W.Bush,Gerard Depardieu, Giuliano Gemma, Mohammed Al Fayed, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Pippo Baudo… e molti altri (fonte urbani tartufi). Tra Scheggino e Sant’Anatolia di Narco esiste anche “L’Accademia del Tartufo”, grazie a una idea di Paolo Urbani che ha perseguito questo sogno per molti anni e fino alla sua scomparsa. Si tratta di un centro tecnologico gastronomico nonché scuola di cucina e punto di riferimento per gli chef, le università e gli appassionati.
[dropcap]S[/dropcap]e, nel frattempo, vi fosse venuta fame e non avete tartufo a portata di mano organizzate subito un week end in Umbria e non perdetevi né il museo Urbani né il magnifico Borgo di Scheggino. Noi di Bombagiù non ci siamo tirati indietro e siamo andati in un ristorante incredibile, che vi suggeriamo, dove potrete degustare piatti del luogo, ovviamente a base di tartufo con un atmosfera familiare di altri tempi. Osteria BaciaFemmine.