Non abbiamo bisogno di più sicurezza

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L’anno scorso sono stato a Istanbul diverse volte. La Turchia non era ancora così nelle mani del sultano Erdogan come adesso, era prima del colpo di stato fallito e prima del referendum. Ma era la Turchia degli attentati, delle bombe, della paura.

Atterrando all’aeroporto di Sabhia Gokçen, sentivo quella sensazione di blocco allo stomaco, di paura. Di terrore. C’era la gente, tantissima gente in pochissimo spazio per come sono abituato, e c’era quella lingua straniera che mi risultava del tutto incomprensibile. C’erano i controlli all’uscita dell’aeroporto, c’erano i doppi controlli all’entrata, c’era polizia dappertutto.

Era inutile dirsi che la probabilità di essere vittima di un attentato era bassissima. In fondo nel 2016 a Istanbul sono morti una decina di turisti, su una popolazione di 15 milioni di persone.  È una percentuale bassissima, ma la paura non scende a patti con i numeri e le percentuali.

La paura viene alimentata da quello che ci circonda, da quello che ci viene fatto vedere in televisione, dalle parole di chi ci circonda e di quelle delle persone di cui ci fidiamo.

Qual è quindi la soluzione per superare la paura del terrorismo?

Da noi il terrorismo non comincia quando esplode la bomba, ma quando ne viene data notizia. Come suggerisce il rapper Mistaman Ogni volta che la pompano e la mandano in onda, è come se esplodesse ancora una volta”.

Peggio del terrorismo c’è soltanto la pornografia che ci nasce attorno. I mass media cominciano a raccontarci le storie delle vittime, ci mostrano immagini di sangue e di sofferenza, ci fanno vedere i video delle esplosioni. Lo fanno perché il sangue e la sofferenza vendono. Lo fanno per soldi, e la nostra paura ci si riflette e cresce.

Del resto i soldi sono alla base del terrorismo. I soldi e il potere. La guerra in Siria è il conflitto che è soltanto perché gli interessi economici intorno al petrolio continuano ad alimentarla. L’ISIS prospera finanziata dai petrol-dollari e dal commercio internazionale di armi di cui anche l’Italia è colpevole. Gli stessi terroristi dell’ISIS si arruolano stanchi di decenni di conflitti basati sulla ricerca del predominio dell’occidente sul mondo arabo.

Dalla paura e dal terrorismo nasce l’ossessione per la sicurezza.

Una parola a cui siamo sempre più abituati, che sembra essere la soluzione del problema e invece è solo il nuovo modo per aumentare il potere degli interessi economici sulle popolazioni terrorizzate.

Non serve armarsi per essere più sicuri. Bisognerebbe affrontare i problemi, capirli e proporre soluzioni per risolverli. Sparare è sempre la soluzione più facile: al ladro che entra in casa, nelle guerre in Siria o in Libia, ai presunti terroristi.

Non abbiamo bisogno di più sicurezza, ma di meno potere, di meno controllo, di un’economia più etica. Non più sicurezza, ma meno capitalismo.