Forza Lazio.
6 minuti e …addio sogni di Champions… come a Salisburgo 5 minuti e addio Europa League!!
Alla fine bisogna essere onesti e ammettere che il campo è l’unico metro che distingue il valore delle squadre. Ed il campo ha emesso il suo verdetto! E forse è meglio così perché per competere onorevolmente in Champions avremmo dovuto avere un impianto di squadra più ampio e una società strutturata con maggiori competenze in vari settori che ancora nel complesso mancano a questa Lazio.
Ma noi tifosi lo sappiamo. Per assaporare la gioia di un risultato inaspettato e gratificante siamo disposti a dimenticare tutte le leggi della fisica, del buon senso e anche della realtà dei fatti!!
Inutile nasconderci dietro ai complottismi e alle strategie di potere occulte che ci hanno danneggiati e negato il “meritato” accesso al gota del calcio europeo… perché a ben pensarci per tali raffinate manovre servirebbero menti altrettanto raffinate e, seppure versate al dolo, intelligenze sopraffine; mi pare invece che il panorama dei protagonisti del calcio nazionale e anche internazionale presenti livelli di modestia intellettuale e morale disarmanti!
Ma la facile scusa permette di continuare a chiudere gli occhi e sperare nel sovvertimento delle “leggi naturali”. Perché ognuno di noi in fondo ha bisogno che almeno la sua squadra del cuore, gli regali qualche momento di edificante e gratuita soddisfazione rispetto alle condizioni spesso stressanti e difficili che la vita impone.
La squadra è arrivata stanca e acciaccata ai momenti clou della stagione e non possiamo farne una colpa ai giocatori.
La coperta era corta sin dall’inizio e il risultato è coerente! Facciamo degli esempi. Prima di tutto il povero Strakosha. Non merita il pubblico ludibrio se dopo aver giocato da solo (senza sostituto) l’intero campionato e tutte le partite di coppa, alla fine difetti di attenzione e brillantezza? Chi di noi in situazioni di stanchezza non ha fatto errori marchiani che non si capacita di aver commesso? Così come per gli altri protagonisti che sul più bello si sono “rotti”! Che dire poi, del povero De Vrij? Si porterà sulle spalle le maledizioni, le contumelie. I sospetti di tradimento e il marchio ”d’infamità”, di un intero popolo di tifosi che fino al giorno prima aveva servito mirabilmente!!
Credo che involontariamente ma sistematicamente il tifoso accolli ai giocatori responsabilità superiori alle reali competenze.
I supporter scaricano su di loro le frustrazioni dovute al mancato raggiungimento degli obiettivi ambiti e desiderati, imputandogli volta per volta:
- scarso impegno,
- insufficiente attaccamento alla maglia,
- poco spirito di sacrificio.
Inoltre si accusano spesso e volentieri d’insensibilità e di non considerazione delle tante persone che sono costrette ai sacrifici di una vita normale, rispetto al supposto mondo dorato e previlegiato nel quale hanno la “fortuna” di vivere! Dimentichiamo che alla fine sono dei giovanotti ancora immaturi. Questi ragazzi sono sottoposti a pressioni e condizionamenti difficili da sopportare persino dalle persone adulte ed esperte della vita. Figuriamoci da questi ragazzi coperti di denaro che certo non li facilita nella crescita! Chiunque di noi ha una certa età e magari dei figli di quell’età lo sa, che prima di diventare veramente uomini ne deve passare di acqua sotto i ponti!!
In conclusione la riflessione che si potrebbe trarne, e che in fondo è una metafora della vita, è che il successo è si importante ma più importante ancora è l’aver lottato e provato con sacrificio a raggiungere il risultato, perché come diceva qualcuno, il bello non sta nel traguardo raggiunto ma nel viaggio effettuato!