A Dio
Sempre nascosti dietro lʼavello di Anastasio II, per ripararsi dal terribile olezzo che risale dal baratro infernale, i due poeti stanno confabulando fittamente, dando lʼimpressione di due congiurati.
In realtà, stanno semplicemente ingannando il tempo – come se fosse facile! – in attesa di abituare lʼolfatto al fetore tremendo, per riprendere il viaggio in tutta tranquillità, e il maestro ne sta approfittando per rendere edotto lʼallievo sulla composizione dei tre cerchi digradanti che dovranno visitare di lì a poco, nonché sulla tipologia degli ʻospitiʻ.
“A Dio, a sé, al prossimo si pòne far forza, o meglio contro di loro e i loro averi, come capirai attraverso una spiegazione esauriente. La morte violenta e i ferimenti dannosi colpiscono lʼuomo, e nei suoi beni distruzioni materiali, incendi dolosi e ladrocini; per cui gli omicidi e chi ferisce un altro con danno di costui, chi devasta le città e le riduce in rovina, li tormenta tutti il primo girone suddivisi in diverse schiere”.