Diritti dei padri separati. LETTERA APERTA:
Alla Presidente del Senato Sen. M.E. Alberti Casellati Al Presidente della Camera dei Deputati On. Roberto Fico Al Presidente della Regione Veneto dr. Zaia Luca
All’Avvocato Bernardo Silvia
Ai Signori Sindaci del territorio Al Tribunale dei Diritti dell’ammalato A Cittadinanza Attiva Ai Signori Politici Locali Al Dott. Pastorelli Al Dott. Carraro Alla Dottoressa Levi Minzi
Al Dott. Zilio
Alla Dott.ssa Berto
Al Movimento No Css Lasciateci Respirare
Alla Associazioni di Volontariato AES
e alla Associazione di Volontariato Noi Amici per la Pesca per la Sclerosi Multipla
Alla Associazione di Volontariato Associazione Ali di Vita
e alla Associazione di Volontariato Donne 3.1 Run Together Alle Associazioni di Volontariato del Territorio
Alla Associazione Papà Separati di Padova
ed alle Associazione dei Papà Separati in Italia
Agli Organi di Stampa e di Informazione locali e nazionali
A tutti i Cittadini
Morire a Norma di Legge.
Sciopero della fame per i diritti dei padri separati.
Si può morire in tanti modi. Come bambini innocenti sulla striscia di Gaza o in Siria, nelle guerre dimenticate del resto del mondo, si può morire per corruzione, per carenza di assistenza sanitaria, si può morire anche se si è papà separati in Italia.
Nel nostro Paese, la separazione dalla propria moglie o compagna e figli, è per la stragrande maggioranza degli uomini, motivo di grandi difficoltà economiche, anzi, aggiungerei, che anche qui, nella maggior parte dei casi, si diviene subito poveri.
In Italia il problema esiste, ed è drammatico, qualche volta guardiamo un breve servizio in televisione, leggiamo le storie disperate di tanti papà che sopravvivono in auto, che non riescono a vedere i propri figli.
Purtroppo, a causa di una legge, a mio avviso incompleta e forse solo marginalmente interpretata, normali persone, e/o lavoratori dipendenti con una normale retribuzione, che fanno già fatica a sopravvivere, tra innumerevoli tasse e balzelli di ogni tipo, sono messi nelle condizioni di divenire poveri: a NORMA DI LEGGE.
I papà separati sono nuovi poveri della nostra società, vengono depauperati di diritti e spesso si trovano, se sono fortunati, a ricevere appoggio da parenti, amici, oppure da associazioni come quella dei papà separati, o da qualcuno che regala loro un pasto o del denaro, ovvero vanno a pranzare alla Caritas o alle Cucine Popolari. Questo è profondamente ingiusto e ritengo questa ingiustizia inversamente proporzionale all’età che raggiungono i figli di questi diversamente papà, perché, se questo agire presenta già grosse lacune quando un ragazzo è minorenne, diventa un baratro quando un figlio raggiunge e supera, spesso abbondantemente, la maggiore età.
Dovere di anche di un padre, come recita anche la nostra bellissima Costituzione, non è solo mantenere ed istruire i figli ma anche di educare, e noi abbiamo l’obbligo morale di insegnare ai nostri figli anche i valori della vita e le sue virtù, tra cui vivere con parsimonia, fare dei sacrifici e non avere dei genitori che a 30 anni, devono ancora mantenerli. Questo non è accettabile. Io stesso ho deciso di portare avanti questa battaglia come presidente dell’Associazione che rappresento, ed essere vicino anche all’Associazione dei Papà Separati di cui mi onoro di essere socio, per gettare luce su una situazione che mi riguarda personalmente, e che riguarda tanti altri diversamente papà.
LA MIA STORIA IN BREVE
Sono separato e divorziato, ho delle figlie grandi e non è questo mio appello il luogo per raccontare la mia storia, molto lunga; desidero soltanto portare il mio caso all’attenzione dell’opinione pubblica, dei politici, dei media perché parlino e tengano viva la fiamma di questo dramma di moltissimi papà separati.
I papà, anche se separati, debbono poter partecipare, nei fatti, all’educazione dei propri figli, insegnare loro il rispetto, le regole, la responsabilità e la bellezza dell’esistenza tutta e poter educare all’umiltà, ai valori, alla solidarietà, al rispetto dei genitori e degli adulti, ad iniziare dagli insegnanti, quotidianamente oltraggiati, solo così potremo avere una società migliore.
Ho 60 anni, sono stanco fisicamente e psicologicamente dopo questi miei circa anni 13 anni di separazione e poi divorzio, nei quali ho ripetutamente chiesto e chiedo che mi venga riconosciuto il diritto di essere padre, il diritto di educare i miei figli, il diritto ad essere trattato da persona e non da mostro. Continuo a ricevere indifferenza da parte della mia ex famiglia.
L’ho chiesto innumerevoli volte ma mi è stato negato.
Si vuole riconoscere ad un uomo di 60 anni, inabile al lavoro, e qui c’è una lunga storia alle spalle con centinaia di certificati e relazioni di medici specialistici, si vuole riconoscere il diritto di essere padre, o il diritto all’oblio, se questo è il desiderio della madre e delle mie figlie? Nemmeno questo mi viene riconosciuto, nemmeno il diritto all’oblio, perché mi si chiede continuamente di contribuire alle spese straordinarie e di mantenimento anche se mia figlia di 21 anni percepisce un reddito, pur se part time.
Non sono un BANCOMAT ma un padre!
Chiedo di poter avere notizie delle mie due figlie ma mi viene risposto che non vogliono avere alcun contatto con me; chiedo alla madre e mi viene replicato che non mi può essere detto nulla per motivi di privacy, debbo solo dare denaro! Tutto questo sta pesando sulla mia salute fisica e psicologica e sono al limite.
Ho cercato di avere un rapporto buono con la madre delle mie due figlie, ho cercato di avere un buon rapporto anche con l’avvocato dell’ex moglie ma anche qui ho probabilmente fallito anzi, direi con un eufemismo, che ci si è preso gioco della mia salute.
Ho chiesto anche dei colloqui presso un mediatore famigliare dell’Ulss, per comprendere quanto fosse eventualmente accaduto: la risposta è stata negativa.
I figli, purtroppo, sono le prime vittime di questa guerra, questi figli hanno una vita segnata per sempre se i genitori non comunicano. I genitori anche se separati sono sempre genitori e questo purtroppo accade raramente. Quante guerre tra ex coniugi! Inutili!
In conclusione, poiché mi viene impedito di vivere decorosamente e con dignità, e a sostegno di tutti i papà separati che vivono situazioni vergognose per una SOCIETÀ CIVILE,
comunico che da lunedì 04 GIUGNO 2018
inizierò uno sciopero della fame
per chiedere:
1. alla stampa, ai media, alle associazioni, alle tv nazionali e locali, alle associazioni dei papà separati di tutta Italia, di portare all’attenzione dei cittadini questo dramma sociale, ricordando che sono circa 250 i papà separati che si suicidano, ogni anno, in Italia. Le vostre interviste, i vostri reportage sono essenziali!
2. ai giudici di essere più sensibili a tali tematiche
3. ai politici, regionali e nazionali, di portare avanti una proposta di legge che tuteli maggiormente la figura del papà separato. Non è possibile nella nostra società civile che papà separati dormano in auto, non riescono a vedere i propri figli o devono vederli di nascosto. E le diatribe genitoriali possono portare a tragedie famigliari inenarrabili, dalle quali veniamo quasi quotidianamente sconvolti.
Se per gli immigrati vengono stanziati soldi, se si parla del reddito di cittadinanza, perché questi papà devono vivere nella miseria?
E perdere la casa e tutto il resto? Oppure lo Stato dia ai figli dei papà separati un sostegno per il mantenimento in modo da sgravare il genitore più debole.
Invito le associazioni, le persone che conosco a sottoscrivere questo mio appello.
E’ importante il vostro sostegno. Perché si può morire anche di silenzio. Non è la fame che mi potrà uccidere ma il silenzio delle persone, dei media, e della società.
Vi ringrazio di cuore per quello che possiamo fare con queste piccole azioni per migliorare la nostra società e renderla più umana e vivibile.
Antonio Stasolla
Presidente Associazione Follerau Italiana Dirittiamoci
Vi chiedo di apporre il vostro Cognome e Nome e località in calce all’appello che trovate qui sotto ed inviare l’appello VIA MAIL, con la lettera sopra a:
Presidente Regione Veneto: presidenza@regione.veneto.it
Avvocato Bernardo Silvia: avvocato@studiolegalebernardo.it
Associazione papà separati Padova, Milano, Bologna:
aps.padova@gmail.com
padova.papasep@gmail.com
segreteria@papaseparatimilano.it
associazione@padri.it
info@papaseparati.it
Il sottoscritto, in modo da poter essere a conoscenza del numero delle persone che stanno firmando: a.dirittiamoci@gmail.com
APPELLO
Chiedo alle SS LL di sostenere Antonio Stasolla, presidente dell’Associazione Follereau Italiana Dirittiamoci, nella sua battaglia di questo diritto di essere papà.
Chiedo che le SS.LL, si adoperino perché gli possa essere riconosciuto il ruolo di padre e non solo di dispensatore di denaro.
Chiedo inoltre ai politici di poter lavorare ad un progetto di legge che permetta di ridare dignità e tutela ai papà separati.
Grazie.
Cordialmente.
Località ____________________________
Cognome e nome ____________________________
Il mio sciopero della fame, per portare l’attenzione dei cittadini e dei media sul dramma dei PAPA’ SEPARATI prosegue, oggi è il mio quarto giorno.
Il mio medico di base, dott. Zilio Gastone di Monselice (PD), mi segue ed anche ieri è venuto a casa a visitarmi ed a sincerarsi delle mie condizioni. Al momento la mia salute regge, ho perso solo peso.
E la battaglia continua finchè non potrò esercitare il mio diritto di essere padre o il diritto all’oblio. Le mie figlie non vogliono avere alcun rapporto con me, devo solamente corrispondere l’assegno di mantenimento mensile e le spese straordinarie.
E’ profondamente ingiusto e diseducativo visto che parliamo di figlie ampiamente maggiorenni, delle quali non so nulla e non mi viene detto nulla.
E il mio non è un caso isolato.