Gli investimenti di capitali verso il Regno Unito crescono malgrado la Brexit. E tuttavia il sentiment di chi gestisce i flussi va peggiorando. Questo quadro a tinte alterne viene dipinto dalla State Street Corporation. Il gruppo americano ogni trimestre si occupa di stilare un indice (Brexometer) sulla base di un sondaggio riguardo l’impatto economico dell’uscita dalla UE.
Flussi in salita ma c’è pessimismo
Il dato interessante è che nonostante le tante incertezze future, la percentuale di investitori istituzionali che intendono diminuire la quota di investimenti nel Regno Unito ha raggiunto i minimi storici. Pochissimi quindi pensano di scappare (cosa che rappresentava uno dei timori all’indomani del referendum su Brexit). Soltanto il 14% degli operatori dei migliori siti per fare trading online ha dichiarato di essere intenzionato a ridurre gli investimenti nel Paese guidato da Theresa May. Appena lo scorso trimestre, questa percentuale era quasi al doppio: 24%.
Si muove però decisamente in controtendenza il sentiment degli investitori, che è calato al 36%. Questo nonostante ci sia un forte ottimismo riguardo al futuro dell’economia globale registrato a cavallo tra 2017 e 2018. La quota di trader pessimisti è salita al 23%, raggiungendo i massimi storici. Eppure ancora il 72% del campione dice di volere mantenere comunque invariata la propria posizione sul mercato. In pratica un atto di fiducia nei confronti del Regno Unito.
La Brexit quindi non dovrebbe avere un grosso impatto diretto sui modelli operativi degli investitori.
C’è un certo ottimismo anche riguardo al futuro della valuta britannica. Si ritiene che la sterlina, dopo aver vissuto un buon mese di marzo e un buon inizio di aprile – con somma gioia di chi ha adottato una strategia martingala trading Forex – sia ancora sottovalutata. Pesa soprattutto la convinzione che presto ci sarà un aumento dei tassi di interesse (che in realtà era già atteso il mese scorso), probabilmente già durante il mese di agosto.