Lettera alla futura me

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Cara me,

Come stai? Spero che la risposta a questa domanda sia diversa rispetto a quella attuale. Il mondo è cambiato o è sempre uguale?

Lo saprai già, ci sarai passata, ma qui la vita fa un po’ pena.

Oggi è iniziato un nuovo lock-down nella tua regione e tutto sembra un po’ più spento di ieri. La vita è diventata un grande e grosso scherzo e si teme possa durare un po’ troppo. Sai, come quei film campioni d’incassi che, a metà visione, si rivelano essere una delusione totale ma che devi continuare a vedere perché, ormai, hai pagato il biglietto e non puoi tornare indietro. Ecco, così.

Quest’anno abbiamo pagato tutti un biglietto un po’ troppo salato e siamo costretti ad aspettare la fine di questo film infinito. Ti scrivo perché vorrei avere notizie da te, nella speranza tu possa rincuorarmi.

Dimmi, ci si può abbracciare? E i baci? I baci ce li possiamo dare? Che mi dici delle mani? Possiamo stringercele? Qui si usa darsi il gomito.

E i bar? I Ristoranti? Sono aperti? La gente può sedersi a mangiare e bere qualcosa? Qui, come ricorderai, è vietato. Fino a poco tempo fa, però, ci si poteva entrare. Beh, dovevi misurare la febbre e dare il tuo nominativo al mondo intero ma era già qualcosa. Da te si usa ancora fare così? E dimmi, le piazze sono vuote come ora oppure la gente è tornata a sorridere e scherzare in giro per il paese? A me manca poterlo fare. I bambini sono liberi di correre con la bici, scalzi per strada, o sono costretti nelle loro quattro mura, davanti ad un pc? E la scuola? La scuola è tornata ad esistere o è ancora un ammasso di piattaforme digitali? Ah sì, i mercatini? Quelli nei quali adoravi prendere di tutto e di più e che aspettavi con ansia, insieme al Natale. Giusto!

Sono tornati a mangiare tutti insieme ad un unico tavolo o c’è ancora bisogno di distanziamento sociale?

Quei cenoni tradizionali con trenta persone e cibo in quantità, quelle veglie passate a giocare a tombola, aspettando il nuovo anno, sono ancora reato? E le lucine? Quelle ci sono, vero? Anche qui, l’unica cosa che è cambiata è la gioia che portavano. Quella non la portano più, non come prima almeno.

E ancora, gli amici? Possono incontrarsi e stringersi forte? Ed i familiari?

Sai, quelli non conviventi che magari abitano lontano. Hanno ancora paura di toccarsi, di annusarsi, di vedersi? Io ho una paura matta di abbracciare mia madre e mio padre, credo lo ricorderai. E gli amici non li vedo più, siamo costretti in casa e persino l’idea di dover uscire a volte spaventa. Non a tutti, però, sai? Molti se ne fregano e credo sia soprattutto “merito” loro se la situazione è questa. Lì come va, quindi? Ti prego, dimmi che la gente è tornata a riempire palazzetti, stadi, città, a prendere treni, aerei e a viaggiare. Dimmi che il mondo è tornato quello di prima, anzi, dimmi che è migliorato! Voglio esagerare, voglio che sia migliore! Perché? Perché dopo questo periodo penso se lo meriti, no? Quindi è così? È migliore? I nonni sono tornati a vedere i nipoti?

E che ne è dei negozianti? I teatri? I cinema?

Ah sì, dimenticavo… Le mascherine? Che odio indossarle! Senza, però, non posso stare. Quante liti per queste mascherine, ricordi? Quante urla, quante speculazioni…

“Le mascherine fanno respirare anidride carbonica, le mascherine non servono a niente.” Ci hanno rifilato un sacco di questi tormentoni in questo lungo anno, vero? Si, lo so, tu non c’hai mai creduto a queste sciocchezze però molti sì, questo è il guaio. E molti hanno creduto alla dittatura sanitaria, al complotto del 5G, al virus da laboratorio. Uuuuuuh, che paura! E guarda dove siamo arrivati adesso …

Poi, nel resto del mondo come va? C’è ancora tutto quest’odio? C’è ancora tanto male? La gente riesce a respirare?

A noi manca l’ossigeno, ogni giorno, ed ogni giorno lottiamo affinché ritorni, affinché domani sia migliore di oggi. Dimmi, lo è? Perché tutti questi sforzi a volte sembrano vani, a volte con nulla tutto sembra perdere significato e l’incertezza è il perno costante delle nostre vite.

Quest’anno è stato un film dell’orrore per tutti ma sta durando davvero un po’ troppo, non c’è nessun intervallo, nessuna pausa, nessun “The end”. Il mostro continua ad uccidere e a ferire i corpi e gli animi di chiunque gli si presenti a tiro.

Mi manca sentire le voci delle persone sotto casa la domenica mattina ed incazzarmi come una bestia, mi manca prendere un caffè al bar in tutta tranquillità, mi manca salutare le persone, mi manca festeggiare con gli amici, mi manca persino litigare con loro, mi manca soffermarmi a guardare il cielo e sentirmi in pace, mi manca uscire e non avere l’ansia di portare a casa il male. Mi sono resa conto che tutto ciò che avevamo e che consideravamo realtà, ora non lo è più. Tutto ciò che siamo è stato capovolto, girato e rigirato dalla vita e dalla natura, davanti la quale non siamo nessuno. Avevamo fatto di ciò che sapevamo la realtà, legati da un’abitudine giornaliera ad un’altra. La normalità non è più tale.

Dimmi, cara me, come sta il mondo? Come sta la mia, la nostra, Italia? Sta guarendo da tutto questo male?

E la serenità? La pura e semplice serenità è tornata a colorare i nostri giorni tra voci, urla, chiasso, sorrisi, abbracci, baci e strette di mano?

La normalità è tornata tale? Il Natale è di nuovo quello che conoscevi? E quelle lucine sono tornate a portare gioia?

Dimmi, e tu come stai? Te lo chiedo perché ora non va tanto bene e spero tu sia riuscita a migliorare qualcosa della tua vita. Si, c’è la “scusa” dell’anno catastrofico ora, ma lì? Quella scusa vale ancora? Hai fatto qualcosa? Hai abbracciato mamma e papà, nonostante tutto? Ti sei perdonata? Hai imparato a stare di nuovo tra la gente o ti spaventa ancora? Sei fiera di te?

Sei felice?

Questo film senza fine spero sia solo un tuo lontano ricordo.

Ciao cara me, non smettere di sperare che tutto possa essere migliore.


Lettera alla futura me